Regia di Gerald Rascionato vedi scheda film
"Il Blair Witch Project degli squali" è la migliore definizione per descrivere questo film. Soggetto banalissimo, peraltro innescato da un inverosimile sviluppo dovuto a un'immensa onda anomala che investe un'imbarcazione e l'affonda in un colpo solo. Il fatto che il mare sia piatto per tutto il resto sembra passare inosservato. Un trio di giovani, una ragazza e due fratelli che se la contendono (e che finiranno per bisticciare nonostante la drammaticità in cui si troveranno coinvolti), partono per l'Australia al fine di compiere un'escursione in oceano all'interno di una gabbia anti-squali. Gerald Rascionato, il regista, concepisce il film come un prodotto amatoriale direttamente girato dai protagonisti della vicenda (con telecamera portatile) poi rinvenuto dalle squadre di ricerca e proposto al pubblico sebbene i protagonisti siano deceduti nel corso dell'esperienza. Un'espediente estremamente realistico che risale ai tempi di Cannibal Holocaust, sebbene qua il film saccheggiato sia The Blair Witch Project, con gli attori che, guardando in macchina, piangono rivolgendosi ai genitori e agli amici. Il vero punto di forza dell'operazione sono gli attacchi degli squali, portati in scena in modo eccezionale. Pur se costruito su un soggetto insipido, Rascionato tiene altissima la tensione e gira in modo fantastico gli attacchi (bella anche la scena del naufragio). L'ultimo attacco, in particolare (con tanto di macchina da presa che si crepa), è forse la migliore scena vista in un film incentrato sugli squali dai tempi successivi al capolavoro di Spielberg. La sequenza è nervosa, vediamo la macchina da presa oscillare e infine rivolgersi verso l'abisso dove emerge d'improvviso la bocca aperta di uno squalo che addenta la telecamera e l'operatore. Superba. Un film da promuovere, pur nella mediocrità della storia.
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