Regia di Santiago Mitre vedi scheda film
In occasione di un vertice diplomatico tra tutti i paesi del centro e Sudamerica che si tiene in Cile, il presidente argentino Bianco (Darin) deve gestire un problema personale, legato a un non meglio chiarito ricatto subito dall'ex genero, che infangherebbe la sua reputazione. L'uomo si fa raggiungere dalla figlia (Fonzi) a Santiago per cercare di risolvere la difficile situazione, mentre un emissario del governo americano (Slater) tenta di corromperlo in modo che gli Stati Uniti riescano a entrare senza grossi ostacoli nel programma di nuove trivellazioni per il petrolio.
Considerato l'enfant prodige dell'emergente cinema sudamericano, Santiago Mitre firma un'opera ampiamente ellittica, che prende ben due piste gialle che mal si fondono (il passato fosco del protagonista, denunciato durante l'ipnoterapia dalla figlia e gli intrighi del potere di un uomo all'apparenza specchiato) affidandone gli esiti alla fantasia dello spettatore. Mitre sembra più puntare alla dialettica tra apparenza e realtà che non alla tenuta della trama. Il film è infatti più interessato alle lordure della politica e alla capacità dei suoi rappresentanti di giocare con le parole, come nel caso dell'intervista che il protagonista rilascia a un'incalzante giornalista, che non alla plausibilità del racconto, che lascia in sospeso più di un aspetto.
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