Regia di Martin Hodara vedi scheda film
Doppio delitto senza castigo in Patagonia. Qui vive Salvador (Darin), cacciatore misantropo e dai modi bruschi, che dopo anni - alla morte del padre - viene raggiunto dal fratello minore (Sbaraglia) e dalla giovane moglie di quest'ultimo (Costa) perché qualcuno è disposto a sborsare un mucchio di quattrini per poter acquistare la casa avita dove risiede l'uomo. Mentre il fratello minore tenta di convicerlo circa le opportunità della vendita, tra i due fratelli emergono antichi dissapori e un terribile segreto custodito per anni.
Giallo sbiaditissimo, forzato e senza alcun ritmo, imperniato su un espediente narrativo straabusato (Segreti di famiglia, Le tre scimmie, Falchi, giusto per citare a caso) che va letargicamente a parare su una brutta vicenda di incesto, rispetto alla quale la diabolica coppia ne esce con un ritratto degno di Olindo Romano e Rosa Bazzi. L'ambientazione notturna in un paesaggio invernale, un paio di improvvisi colpi di scena e soprattutto la presenza di quello straordinario attore che è Ricardo Darin non servono a risollevare un film che pochissimi esercenti hanno avuto la sfrontatezza di far circolare nelle sale italiane.
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