Regia di Sebastián Borensztein vedi scheda film
Argentina, giugno 1977. Devastato dai sensi di colpa per aver pilotato l'aereo dal quale, durante il regime di Videla, venivano realizzati i cosiddetti "voli della morte" (con persone gettate dagli aerei in mezzo all'Atlantico), il capitano Koblic (Darín, una garanzia di qualità a ogni suo film) decide di cambiare vita, rifugiandosi presso un amico in una località nel Sud del Paese. Nella cittadina dove è andato a risiedere, e nella quale trova anche l'amore di una gestrice di una pompa da benzina (Cuesta), finisce nel mirino di un implacabile commissario di polizia (Martínez), determinato in tutti i modi a scoprirne l'identità di dissidente.
Dopo essersi aggiudicato il premio del pubblico alla festa del cinema di Roma con Cosa piove dal cielo?, il regista Sebastian Borensztein scarta di lato con un'opera di grande impegno politico e civile, raccontando il dramma dei desaparecidos argentini attraverso i tormenti di coscienza del protagonista. E se funziona la sobria ricostruzione dei voli della morte, non è da meno quella del clima di paura e omertà che serpeggiava tra la gente comune durante la dittatura di Videla, come riuscitissima è la svolta thriller che il film prende nell'ultima parte. Con Garage Olimpo, Hijos e Cronaca di una fuga, uno dei migliori film sul tema.
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