Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Gli occhi chiusi del titolo, non soltanto da una forte miopia ma soprattutto metaforicamente, sono quelli dell'adolescente Pietro, rampollo di una ricchissima famiglia della campagna senese, innamorato fin da piccolo di un'orfanella proletaria che fa da guardiana al pollaio di suo padre (Marco Messeri), individuo tirannico, violento e fedifrago. Quando Pietro decide di sposare l'orfanella ormai cresciuta (Debora Caprioglio), scoprendo poi che da anni è costretta a prostituirsi, l'amore cessa. Tratto dal romanzo di Federigo Tozzi, il film della Archibugi è un saggio antimaschilista che guarda brutalmente alla società patriarcale di inizio secolo. Non disdegnando la messa in scena di brutalità gratuite ed animali macellati (pecore, tacchini, cani, gatti, persino scorpioni).
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