Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Jack (Lurie) e Zack (Waits) sono due balordi che vivono ai margini della società e che finiscono in una galera della Louisiana perché entrambi vengono incastrati. A fare loro compagnia in cella arriva Bob (Benigni), uno stravagante italiano, l'unico a dichiararsi colpevole, insieme al quale i due riescono a fuggire. Costretti a districarsi tra i fanghi di una palude, i tre approdano in una casa dove Bob trova l'amore.
Un po' road movie, un po' buddy movie, il terzo film di Jarmusch è un piccolo gioiello di cinema beckettiano, nel quale il ruolo del personaggio di Benigni funge da elemento di saldatura tra le asperità antagoniste degli altri due protagonisti e al tempo stesso da oggetto di osservazione etnografica sui tratti peculiari di un'italianità che non ha mai scordato l'arte di arrangiarsi, coniugandola con un immarcescibile ottimismo. Con il suo blocchetto di appunti pieni di locuzioni in lingua inglese e il continuo caracollare tra tentazioni vernacolari (ci scappano anche un paio di "porca madosca") e frasi idiomatiche nella lingua del bardo ripetute a vanvera, Benigni inanella un rosario di nonsense che sono la più marcata cifra stilistica del film, la cui apoteosi arriva con il bolero collettivo di "I scream, you scream, we're all scream for the ice cream", indimenticabile scena cult. Il tutto fotografato con generosa esposizione di piani medi e un bianco e nero di abbacinante bellezza firmato da Robby Müller. Alle musiche, tra dissonanze spettrali e jazz, ci ha pensato John Lurie con i suoi Lounge lizards; alle canzoni la voce di carta vetrata di Tom Waits.
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