Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Un film la cui poesia romantica e decadente si posa sullo schermo come un pesante drappeggio di velluto. L’effetto è quello opaco e polveroso di una immortalità buia e sotterranea, che si ciba di morte, eppure a tratti è squarciata dal fuoco della passione, che lacera il mondo dei vampiri come il micidiale bagliore dell’alba. La vicenda narrata ci insegna che il tempo, cambiando i costumi ed i caratteri, è nemico anche di chi ha conquistato l’eterna giovinezza; il corpo immutabile e incorruttibile diventa, col passare dei decenni, una prigione di marmo che impedisce di crescere e di vivere l’emozionante parabola dell’esistenza umana. E il dilemma faustiano si risolve in una eterna condanna al male, che preclude per sempre la possibilità di amare. “Intervista col vampiro” è un film crepuscolare, ambientato in una sorta di aldilà terreno, che contrariamente a quello religioso, proiettato verso un futuro di perenne luce e redenzione, è invece confinato in un passato oscuro, adombrato da un inestirpabile rimorso.
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