Regia di Hideaki Anno, Shinji Higuchi vedi scheda film
Grossissima delusione, inutile girarci intorno o cercare di trovare spunti interessanti in un'operazione che non propone niente di nuovo sul fronte. Hideaki Anno, vera anima dietro al progetto e celebre per i suoi successi nell'ambito del cinema di animazione (Evangelion su tutti), scrive una storia fatta con lo stampino e gira senza pathos e senza creare tensione. Commette poi l'errore, a mio avviso, di mettere in scena Godzilla di continuo con alcune sequenze che pur facendo tenerezza, per il voler omaggiare chiaramente il mostro del capostipite di Ishiro Honda, sono di un artificiosità estrema. In particolare la prima sequenza in cui si vede il bestione strisciare su Tokyo è forse la più brutta (per gli effetti speciali e per il procedere goffissimo del mostro) che mi sia capitato di vedere negli ultimi vent'anni, impossibile non abbozzare un sorrisino, e questo non può essere un bene in un'opera che non ricerca certo l'ironia.
Lo script propone il canovaccio trito e ritrito del mostro che emerge dagli abissi, che si porta in città, spacca tutto, resiste agli attacchi dei militari (i missili gli fanno il solletico) per poi soccombere grazie a un liquido che gli viene fatto bere con il ricorso di apposite pompe usate a mo' di cannucce (!?). Inutile dire poi della caratterizzazione più similare a un robot piuttosto che a una creatura. Oltre a vomitare fuoco dalla bocca, Godzilla spara anche dei raggi dalla schiena che abbattono a mo' di contraerea i caccia, i bombardieri e gli elicotteri che gli vengon mandati contro. La parte interessante della sceneggiatura allora diviene la gestione dell'emergenza (l'inevitabile lentezza burocratica) e il tema del Giappone quale stato capace di riemergere sempre dalle proprie ceneri (provocate ancora una volta dal demone della radioattività, perché il mostro rilascia pure radiazioni). Anno propone un'immagine stereotipata della diplomazia americana, guerrafondaia (vogliono tirare l'atomica su Tokyo pur di uccidere Godzilla) e incline a dare ordini piuttosto che a collaborare o a trovare soluzioni d'intesa, e qualche venatura arrivista e opportunista dell'apparato politico giapponese. Divertente l'inserimento di una diplomatica americana (l'attrice non è affatto male) di origine giapponese che ambisce a divenire, nel futuro, la presidente degli Stati Uniti. Al di là di questi aspetti, alla lunga noiosetti e utili a scoccare frecciate, probabilmente, sulla gestione della catastrofe di Fukushima e a costruire una caratterizzazione dei molti personaggi che ruotano attorno alle evoluzioni del mostro (che cresce e si modifica al procedere della storia), c'è il vuoto più assoluto. Anno confeziona un film di genere catastrofico, piuttosto che un monster movie, infarcito di esplosioni, crolli di edifici, accatastamenti di barche e macchine, con molte sequenze ripetitive e poca inventiva. Molte le citazioni al sottogenere tipicamente giapponese kaiju, probabilmente anche con l'inserimento di musiche estrapolate dalle colonne sonore storiche di questi film, ma anche a Cloverfield con alcune riprese videoamatoriali montate nel film. A ogni modo non ci sono sequenze degne di particolare nota (se non l'ultima carrellata con Godzilla formato Leviatano), né momenti di tensione. Un giocattolone bello e buono che vuol omaggiare Honda e far cassa, soprattutto in patria, perché penso che in Europa non spopolerà. Assurde alcune soluzioni registiche con soggettive persino dei monitor del computer (!?) o dai fogli di carta stampata con tanto di scritte riprodotte sull'inquadratura.
Più che sufficiente la fotografia, interpretazioni passabili, male gli effetti sonori su cui si sarebbe potuto lavorare di più. Occasione persa alla grande.
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