Regia di Ralph Brown (Renato Polselli) vedi scheda film
La moglie lo tradisce e per di più con suo fratello gemello: uno scienziato impazzisce e medita atroce vendetta. Ben presto sgorga il sangue, anche se il primo a rimetterci le penne sarà proprio lo scienziato.
Ralph Brown, come è noto a tutti gli intenditori di cinema di genere italiano, è in realtà tale Renato Polselli, mestierante fra i più discutibili che abbiano mai frequentato i set del Belpaese. Mania è una delle sue ultime pellicole, a oltre vent'anni dai dozzinali melodrammi degli esordi, girato in un 1974 nel quale la crisi - economica molto più che artistica - del settore cinematografico è in prepotente avanzata; Polselli/Brown fa del suo meglio, che non è granchè, ma gli va sempre dato atto della buona volontà e dell'inventiva da quattro soldi che gli hanno permesso di portare avanti una carriera ultratrentennale (girerà ancora per un decennio buono) pur rimanendo costantemente ai margini della cinematografia 'ufficiale'. Nonostante l'arte di arrangiarsi, naturalmente, il film rimane mediocre, palesemente misero, scritto in maniera approssimativa (sceneggiatura dello stesso regista), girato frettolosamente e recitato così così; gli stessi nomi dei protagonisti suggeriscono il profilo (very very) low budget dell'opera: Isarco Ravaioli, Brad Euston (all'anagrafe Ettore Elio Aricò), Eva Spadaro, Ivana Giordan e Max Dorian. Lunghe sequenze in interni e primi piani a iosa, con relativi dialoghi, risolvono (maldestramente) svariati problemi: lo studio delle location, il meteo, le scenografie, il raggiungimento dell'adeguato metraggio e via dicendo. Ne consegue che come horror, o qualsiasi cosa vorrebbe essere, Mania ha poche carte da giocarsi. Il successivo impegno per Polselli/Brown sarà Casa dell'amore... la polizia interviene, titolo ben più originale, quattro anni più tardi. 2/10.
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