Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
il sudore e il silenzio tra le linee di un corpo femminile, il sorgere del sole riflesso negli occhi di un bambino, gli scompartimenti di un vagone ferroviario, passano le stazioni e i carrarmati, scorrono le immagini oltre i finestrini come proiezioni nello sguardo – i profili intagliati nella luce – le lenzuola morbide in cui affondare, inseguendo aerei invisibili – i dettagli: una sigaretta, un bicchiere di liquore, un posacenere, una radio, le dita di una donna – pantomime nanesche e travestimenti infantili in una stanza d’albergo, la forma di un seno che colma l’inquadratura, le gambe bianche che si dischiudono, una mano che cerca il piacere – le monete che cadono da un tavolino, un uomo che si inginocchia a raccoglierle, un trucco di seduzione per rubare l’odore di una donna seduta, frammenti di sensualità come scoperte di meraviglia – il buio di una sala, i baci e il sesso clandestino, le figure arcuate che si contorcono all’apice dell’orgasmo, mosaici di psicologie femminili, parvenze d’amore e controllo, parole che aprono ferite, reciproche dipendenze, un doppio che desidera e odia la sua stessa metà – sguardi in penombra e risate isteriche, soffoca la morte in un sudario di luce, la pioggia sul volto, lingue sconosciute da tradurre nel cuore.
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