Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
E' un film in cui Bergman riesce ad inserire, attraverso uno spesso strato di riferimenti simbolici e citazioni più o meno dirette, un intero, personalissimo universo di ansie, prima fra tutte quella della morte. Si presuppone che il bambino che osserva perplesso, curioso ma spaurito, testimone di una frattura famigliare e di un lento quanto inevitabile declino fisico rappresenti il regista stesso da piccolo; i temi usuali della retorica bergmaniana non mancano, a partire dalla scelta di affidare le due parti centrali a due donne, relegando il maschio ad un ruolo di dipendenza (il bambino) o addirittura sfruttamento (fors'anche reciproco, il ragazzo con cui una delle due sorelle ha un'avventura sessuale). L'ansia della situazione è perfino amplificata dall'impossibilità di comunicare con chiunque altro al di fuori del terzetto di protagonisti, poichè nessuno conosce la lingua del posto e nessuno dei locali conosce la loro lingua; i dialoghi sono peraltro molto rarefatti e mostrano per lo più la distanza incolmabile fra le due sorelle, mantenendo comunque un livello espressivo abbastanza alto, formale. Tentativo di interpretazione del finale: la sorella sana abbandona quella malata (morente), che lascia al nipotino un foglio su cui scrive la parola 'anima': questo è il segreto, questo è ciò che manca alla sorella con cui è in conflitto, ovvero alla madre del bambino. E' un augurio, un messaggio di speranza per il nipote, nonchè tutto ciò che è venuto a mancare nel rapporto ormai privo di dialogo fra le due donne: la parola. E' un lavoro pesantissimo, cupo, fatto di personaggi tormentati e scene lentissime, intriso del silenzio di cui il titolo, decisamente angosciante e, non fosse per questo spiraglio finale, pure privo di speranza.
Due sorelle sono in viaggio in un paese straniero; una ha un bambino di qualche anno, l'altra ha un malore a causa dell'alcolismo. Riparano in un lussuoso albergo in cui la prima ha un'avventura con un ragazzo locale, mentre la seconda rimane per lo più nel letto, sofferente. Nei momenti in cui è lucida le due donne si scontrano aspramente; l'alcolizzata non ha mai superato la morte del padre, mentre l'altra non ha mai accettato il successo della sorella come scrittrice. Il bambino, intanto, osserva spaurito. Poi, al termine di un litigio, viene prelevato dalla madre e portato via, abbandonando la zia malata al suo destino.
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