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Beata ignoranza

Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film

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La recensione su Beata ignoranza

di mm40
2 stelle

Due professori, che si odiano vicendevolmente, si sottopongono a una sfida: uno, contrario alla tecnologia, entrerà nel web; l'altro, dipendente da internet, vi rinuncerà. Tutto questo per il bene della ragazza che li unisce e divide.

 

Beata ignoranza, quella che guida il cinema nostrano ogni volta che prova a cimentarsi con la contemporaneità: internet, le nuove mode, le giovani generazioni, la tecnologia odierna sono tutti argomenti lontani anni luce dalla verosimiglianza nei film italiani - e soprattutto nelle commedie - del ventunesimo secolo e anche in questa occasione tale teorema viene confermato al di sopra di ogni possibile dubbio. La quinta regia (in sei anni) di Massimiliano Bruno, anche sceneggiatore insieme a Herbert Simone Paragnani e Gianni Corsi, è un'opera che tenta di amalgamare una storia leggera in primo piano con una sottotrama malinconica, votata con ogni evidenza fin da subito al lieto fine; nei fatti però il film risulta un pasticcio sconclusionato che mescola dosi male assortite di ironia, dramma e satira di costume, riuscendo inefficace nella prima, già visto nel secondo e blando nella terza. Ineccepibile la coppia centrale di interpreti che vede contrapposti in scena Alessandro Gassman e Marco Giallini; al loro fianco non mancano i buoni caratteristi - per lo meno per i tempi che corrono: Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Luciano Scarpa, Teresa Romagnoli, Giuseppe Ragone e, in una particina, lo stesso Massimiliano Bruno. Il ritmo va e viene, la scelta di raccontare qua e là i retroscena delle vicende facendo rivolgere gli attori in camera non premia la fluidità della narrazione e pare un po' troppo artefatta; francamente dopo Gli ultimi saranno ultimi (2015), non privo di buoni spunti sul piano della critica sociale, da Bruno ci si aspettava qualcosina di più. 2/10.

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