Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Nell'immaginario paese siciliano di Pietrammare (ma in realtà il film è stato girato tra Termini imerese e Palermo) alla vigilia delle elezioni si respira aria di cambiamento. Sono in molti a voler accantonare il sindaco uscente (Sperandeo), che ha costantemente caratterizzato il proprio mandato sulla base dell'affarismo e degli interessi personali, per dare i voti a un professore candidato con una lista civica (Vincenzo Amato: inguardabile e inascoltabile), che promette un cambio di rotta nella direzione della legalità. Tra questi, i due cognati del futuro sindaco (Ficarra e Picone), decisamente scettico l'uno e fortemente motivato l'altro. Quando però i propositi del neosindaco si concretizzano e la cittadinanza si vede sottratta la propria quota di interesse personale, saranno i suoi stessi sostenitori a metterlo nelle condizioni di doversi dimettere.
Siamo dalle parti della commedia populista più becera, scritta a uso e consumo di un pubblico abboccone disposto a ridere per niente. Come in Qualunquemente, ci ritroviamo di fronte al grado zero della scrittura cinematografica, dove tutto è cliché, banalità, gag risibili che non fanno ridere, il tutto condito con un ritmo incespicante, i tempi della battuta che non ci sono e una recitazione che genera imbarazzo.
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