Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Ficarra & Picone, comici siciliani di affermata notorietà televisiva, non sono più dei novellini neanche al cinema. Sempre in coppia, anche dietro la mdp, e con sottobraccio storie che strizzano l’occhio all’attualità. Stavolta costruiscono una farsa sul tema dei sindaci e dell’onestà contrapposta all’illegalità imperante nel loro meridione. Il sindaco uscente Patanè è un residuato democristiano e forzaitaliota, l’avversario un mite professore che sa di 5Stelle. Salvo e Valentino, cognati del candidato onesto si schierano uno per l’uno e uno per l’altro, per poi confluire su di lui una volta eletto sindaco. Pierpaolo Natoli comincia a ripulire la cittadina sicula dai rifiuti, dagli abusivismi, richiama i furbetti del cartellino, i vigili urbani e il corpo forestale al loro dovere e soprattutto comincia a far pagare le tasse. I primi malcontenti e mal di pancia portano i cittadini a incontrarsi di notte nella parrocchia da don Raffaele, “costretto” a versare l’Imu per il suo B & B. Natoli, dopo semiserie minacce, sarà costretto a rassegnare le dimissioni.
L’ORA LEGALE è figlio del cinema à la Zalone: satira puntuale sull’attualità politica, sugli italiani eterni maneggioni, qualunquisti e pronti a saltare sul carro del vincitore. Spassosa l’entrata in scena di vigili e forestali accompagnata da musiche pendant. Per il resto trattasi di farsa sbracata, di grana grossa che i due comici/registi tirano per i capelli fino alla scontata conclusione. Il copione (scritto insieme a De Angelis e Gaglianone) vuole strafare con tanto di boss silente e influente (la mafia c’è e non serve più sparare per farsi rispettare) e un improbabile politico romano di Mafia Capitale.
Ficarra urla non recita, Picone abbozza e pare sempre stanco, Vincenzo Amato sotto le righe, Tony Sperandeo sopra, Leo Gullotta sobrio, bene Antonio Catania e Sergio Friscia ma sono delle macchiette non dei personaggi.
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