Regia di Shion Sono vedi scheda film
Shion (o Sion) Sono è un artista, prima di tutto. Poi, certo, anche un regista prolifico, folle, irrefrenabile. "Antiporno" è solo uno dei tre film che ha fatto uscire lo scorso anno. Nel 2015 furono addirittura sei. Se la sua opera è sicuramente vasta, lo sono anche i temi e i registri trattati: dalla commedia nera, al grottesco, al drammatico, all'horror. Detto questo, "Antiporno" è un coloratissimo viaggio pop nella sua testa (sanamente) malata, il mondo del porno giapponese e la società nipponica, con le sue censure e la sua apparente libertà. Questo a grandi linee, perché, appunto, ci troviamo davanti a un affresco d'infinite dimensioni, fra valzer sadomaso, colori, feticismo, e cambi di scena improvvisi, fra metacinema e sogno. E poesia, perché anche se il sesso è il perno attorno a cui si muove la pellicola, la gradevolezza e la sensibilità del tocco registico ne annullano ogni volgarità, peraltro mai presente. La storia di questa Kyoko, artista di fama internazionale, è tutta (o quasi) raccontata in una stanza dai colori forti come la sua sessualità, la sua vita, in bilico fra la morte e il ricordo della sorella scomparsa, ma all'improvviso una troupe cinematografica ne (ci) spezza la visione, proiettando il film in un ribaltamento di ruoli e di tempi, in una gioiosa confusione, in una cacofonia di immagini e di seduzioni. Un film coriandolo del tutto giapponese, del tutto legato a quella cultura e che quindi è giocoforza che qualcosa si perda per strada, per un occidentale. "Antiporno" rimane un'opera curiosissima, affascinante, come sempre quando si parla di uno dei più grandi registi orientali di oggi.
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