Regia di Jeremy Gillespie, Steven Kostanski vedi scheda film
Questi due giovani registi canadesi, che si sono fatti le ossa come scenografi in varie produzioni di genere, ("Suicide Squad", il nuovo "It", ecc.), si divertono a rinverdire il caro vecchio horror anni 80, specialmente quello di Carpenter e i pochi fulminanti lavori di Clive Barker. Lo fanno senza tanti mezzi, ben lontani dai risultati dei grandi registi horror dagli anni settanta agli anni novanta, ma ci mettono passione e, soprattutto, ci mettono creature "vere", senza l'utilizzo della (da me) odiata CGI. Purtroppo, l'irruenza della loro visione orrorifica, si mangia il plot, che, in un'ora e mezza, si spappola in tanti rivoli di sottotrame, alcune per nulla risolte. Non li aiutano nemmeno gli attori, decisamente di serie B. Ci sono incappucciati misteriosi, fra il Klu Klux Klan e "Assault On Precint 13", un ospedale semivuoto, un dottore pazzo, e un confusissimo discorso sull'aldilà, sulla reincarnazione, sulla mutazione genetica, che potrebbe piacere anche a Cronenberg. Insomma, i due hanno fatto la loro tesina di laurea sul cinema horror, perdendosi nel bel mezzo della loro sanguinolenta morgue. Ma il film, sorprendentemente, non è da buttare: di cinema horror di pessima qualità ce n'è fin troppo, oggi, e non è il caso di "The Void". Questo si salva grazie, come detto, a un uso magnifico dell'immaginario orrorifico, dove la creature, con i loro tentacoli e gli esseri deformi che, mano a mano, fanno la loro apparizione sulla scena, fanno guadagnare punti al film. Se poi ci mettiamo del sano splatter anni ottanta, ci si diverte, sopra una tensione di buon livello. Non fatevi troppe domande, evidentemente: è un trastullo abbastanza fresco e sincero da meritare un'ora e mezza della vostra vita. Tanto, poi, pare ce ne sia un'altra, non del tutto idilliaca, secondo "The Void".
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