Regia di Jeremy Gillespie, Steven Kostanski vedi scheda film
Scritto e diretto da Jeremy Gillespie & Steven Kostanski, entrambi membri del collettivo canadese Astron 6, casa di produzione low budget fondato nel 2007 dallo stesso Gillespie insieme a Adam Brooks che mischia horror e commedia spesso sopra le righe ispirati direttamente alle pellicole horror degli anni’80 con titoli quali Father’s Day (2011), The Editor (2014) e, dello stesso anno, l’antologica The ABC’s of Death 2, The Void si discosta dai precedenti progetti passando dalla parodia a dei toni decisamente più serii e composti.
Prodotto da Cave Painting Pictures e dalla JoBro Prod. & Film Finance, che ha all’attivo anche pellicole come The Witch (2015), e in parte finanziato con una campagna promozionale su Indiegogo, The Void è ispirato principalmente al lavoro di John Carpenter ed é un potenziale mash up tra La Cosa e Distretto 13 - Le brigate della morte con sfumature che vanno da La Mosca di Cronenberg all’italianissimo Lucio Fulci e, all’apparenza, anche traendo ispirazione dai racconti di Lovecraft se non fosse che, come dichiarato alla stampa dai registi stessi, questa non fosse affatto nelle loro intenzione e quindi, probabilmente, rimanendo semplicemente contaminati dalle reminiscenze lovecraftiane di molti dei lavori di Carpenter (Il Signore del male, Il seme della follia, Fantasmi da Marte).
Il film non si scompone più di troppo nel creare psicologie e personaggi memorabili in una sceneggiatura, come spesso accade in questo genere di prodotti, che è il punto più debole della pellicola, con carenze sia nelle motivazioni che nello sviluppo della trama tra incastri deboli e dialoghi tra il didascalico e il ridicolo involontario, sebbene si avverta un certo approccio al confronto tra nascita & morte, con personaggi reduci dalla perdita di un figlio e altri in stato di gravidanza, e alla tematica di cantine/sotterranei che si tramutano in luoghi di passaggio verso nuove (o antiche) dimensioni in un rimando (forse) al sotterraneo/mondo nasconsto (forse utero materno?) come simbolo di rinascita e/o di immortalità.
Buoni invece gli effetti speciali della Intelligent Creatures e di Steven Kostanski, già al lavoro su Wrong Turn 4, Silent Hill: Revelation e Crimson Peak, realizzati con effetti tradizionali e nessuna CGI per un’intenzionale effetto “home made” molto anni’80.
La mancanza di una certa profondità o di dettagli come di qualche spiegazione, vagamente criptica e/o esoterica, piuttosto di propendere verso un world building ben concepito sembra invece lasciar intendere più che un progetto compiuto uno di prova, uno show per permettere agli autori di mettersi in mostra, mostrando le proprie credenziali e ciò che si è capaci di fare.
Ma quel che manca a The Void è soprattutto la metabolizzazione e la successiva personale rielaborazione proprio di quel genere cinematografico (l’horror) e periodo storico (gli anni’80) preso come a modello, tra omaggi scollegati e un’originalità scadente, puntando invece sui tributi di genere, anche piuttosto marcati, e in favore del gore e di visioni infernali non sempre di facile presa.
Compreso un finale criptico almeno quanto astruso da tutto il resto del film.
VOTO: 5
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