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Angelo

Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film

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La recensione su Angelo

di chinaski
8 stelle

Ernst Lubitsch mette in scena una storia romantica venata di malinconia, in cui la femminilità della Dietrich diventa paradigma del complesso universo dei sentimenti femminili. La donna, di alta classe, con un passato oscuro, si ritrova coinvolta in un gioco degli equivoci sentimentali che altro non è che il motore narrativo dell’intera vicenda. Amore, passione, gelosia, tradimento sono tasselli fondamentali di un mosaico di emozioni che ricostruisce l’eterna dinamica dei rapporti tra uomini e donne. Lubitsch, complice la bellezza e l’algida intensità della Dietrich, costruisce un’icona femminile ambigua ed autonoma, capace di seguire i propri sentimenti anche dove non dovrebbero portarla. La messinscena del regista è elegante e raffinata nell’esprimersi attraverso le regole del cinema classico hollywoodiano, la matrice teatrale dei punti di vista e degli spazi (quasi tutti interni) viene spezzata da un uso accurato ed intenso del primo piano, in cui i volti dei protagonisti, soprattutto della Dietrich, grazie anche all’attento lavoro svolto sull’illuminazione, diventano ulteriori luoghi espressivi in cui tratteggiare le sfumature delle emozioni umane.
Il tono del film è di superba leggerezza, i dialoghi raffinati affrontano i temi dell’amore e del rapporto di coppia senza mai essere banali, il ritmo segue quello del cuore dei protagonisti per poi lasciare il posto a divertenti intermezzi in cui situazioni da commedia (i dialoghi della servitù) rendono ancora più brillante la struttura del film.
Lubitsch sa guardare in profondità nel cuore di una donna e trova nella figura della Dietrich una grazia che a volte toglie letteralmente il respiro. In questo rapporto tra i lineamenti angelici dell’attrice e la forza sempre trattenuta delle sue passioni si cela il mistero dell’amore di una donna, capace di giocare con gli uomini e con se stessa, capace di mentire con la più grande naturalezza del mondo, convinta che nell’inganno si nascondano verità ancora più grandi di quelle che il codice morale dei comportamenti aristocratici è in grado di mostrare.

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