Regia di Bigas Luna vedi scheda film
Bigas Luna ci immerge nelle fantasie sognanti del piccolo Tete (Biel Durán) e di Miquel (Miguel Poveda), aspiranti amanti della ballerina francese Estrellita (Mathilda May), ospite, assieme al marito Maurice (Gerard Darmon), dello spettacolo di saltimbanchi che anima le serate di un tradizionale paesino catalano.
Dolce, romantico e mai volgare, l'autore accoglie lo spettatore con una favola erotica arricchita da visioni onirico-surreali che affondano nell'immaginario superstizioso di matrice cattolica locale, senza lesinare, in scene più che mai allusive, sulle ossessioni sessuali.
Tete, bimbo di nove anni geloso delle attenzioni della madre per il neonato fratellino, incarna il complesso edipico, rappresentato dal seno materno. L'arrivo di Estrellita diventa l'occasione per "possedere una tetta" tutta per lui: il desiderio di Tete è infatti ancora infantile, pre-pubero, dettato dal solo bisogno di protezione e attenzioni materne. La sua forma perfetta, lo rende “più bello di quello della mamma”, tondo come la Luna, oggetto dei suoi interessi astronomici. Non c'è alcun desiderio sessuale nel suo amore per la bella francese: non poteva essere che lui, l'innocente voce narrante della favola.
Miguel è un adolescente ancora inesperto ai piaceri del sesso: con le sue serenate che catturano il cuore della ballerina, è l'allegoria del desiderio del primo amore, quello più ingenuamente romantico, inseguito da ragazzi e ricordato, con nostalgia o rimpianto, da adulti.
Il marito di Estrellita, Maurice, con la sua impotenza, rappresenta la crisi del maschio dominante, a cui non resta altro che un repertorio scatologico di scoregge e pianti infantili per eccitare la consorte. Il lieto fine accontenta i due principi azzurri e la sensuale Estrellita, ma non il burbero Maurice, costretto suo malgrado ad accettare l'inevitabile tradimento della moglie.
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