Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Un’infermiera si presta ad assistere una famosa attrice che per motivi personali si è ritirata nel mutismo più assoluto. L’infermiera prende confidenza e fiducia rivelando all’attrice i suoi segreti più intimi, ma quest’ultima la tradirà spifferando tutto tramite una lettera inviata alla sua dottoressa.
Opera rigorosa di Bergman dal piglio teatrale, incentrata sull’ipocrisia insita nei rapporti umani. Sebbene infatti l’attrice si trinceri nel silenzio apparentemente per sfuggire dal teatrino falso delle relazioni interpersonali, non può fare a meno di dimostrarsi falsa alla prima occasione propizia. Ma le due donne sono anche lo specchio l’una dell’altra e pertanto, non due entità separate ma accomunate da una catena di dolori similari, tanto che le loro figure si confondono fino ad apparire una sola. Il film è intrinsecamente filosofico e non semplice, ma come sempre Bergman riesce a togliere qualunque nota di pesantezza alla vicenda che si fa apprezzare senza alcuna difficoltà.
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