Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Dal blog http://250films.splinder.com/
Ecco, ho pensato seriamente di smettere. Di interrompere la sfida arrivato a circa un quinto del cammino. Un uno-due così, con questi ultimi due film che ho dovuto vedere un giorno dopo l'altro, ammazzerebbe chiunque (tra l'altro: tre film nella settimana tutti del 1966 e il migliore è sicuramente "La Battaglia di Algeri). Me lo aspettavo, perchè già temevo Bergman, ma "Fanny ed Alexander" (post 217) mi aveva tranquillizzato: non un capolavoro, ma meno peggio del previsto. Qui un disastro. Siamo all'intellettualismo più elitario. Parole dopo parole ( e meno male che un'attrice, in una sorta di "Anna dei Miracoli" per malati di mente, ha perso la parola). E la vita e l'esistenza e l'esistenzialismo e il teatro e le inquadrature strane e il bianco e nero ipercontrastato. Capisco che possa piacere, ma per me il cinema deve saper anche intrattenere, produrre sentimento senza per forza far passare tutto solo dal cervello e deve avere una struttura narrativa. Bergman ha scritto questo film durante un ricovero ospedaliero in un periodo di noia totale e tutta questa noia si vede. Il tema del doppio, ma per favore, guardatevi "Fight club" e poi ne riparliamo. Comunque è il film che ha fatto innamorare il regista di Liv Ullman. Almeno sui sentimenti del regista non si può dire che nonabbia funzionato. e adesso speriamo in momenti migliori. Ho una vita laffuori e non posso perdere tempo con precipitati di noia.
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