Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Densissimo film, quasi tutto monologato da Bibi Andersson, dove uno dei temi è l’incontro – scontro tra l’anima (Alma) e la maschera (persona = l’attrice), l’essere e l’apparire. Di questo film, fatto con pochi mezzi che non siano i volti di due attrici ai vertici dell’espressività, sono state date molte interpretazioni, non tutte plausibili (basti pensare a quella di Alberto Moravia, che spiegava Persona con il riferimento all’attrazione erotica tra due esseri, casualmente dello stesso sesso, su un substrato vagamente freudiano). Quello che continua a non convincermi completamente è il tono di Bergman, qui eccessivamente verboso e tendente a filosofeggiare ed a generalizzare – laddove in altre opere era riuscito ad essere universale semplicemente raccontando una storia -, tanto da non consentire al film di farsi vero spettacolo cinematografico. La sensazione è accentuata dal doppiaggio italiano che tende ad ammorbidire le asprezze del copione originale.
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