Regia di Georg W.Pabst vedi scheda film
Un insieme di storie personali più o meno singolari, sottratte alla frenesia del mondo, e legate da un filo sottilissimo che passa attraverso un ritiro spirituale fra le mura vaticane. Nella solitudine e nel raccoglimento i protagonisti cercheranno di liberarsi dalle loro terrene ossessioni. Il soggetto e la sceneggiatura sono molto originali, anche se non del tutto rifiniti. Il tormentoso problema del confine tra il bene e il male è affrontato con un linguaggio indeciso tra il melodramma e la commedia che colloca il film in un’atmosfera barocca e surreale. Le sottolineature simboliche, affidate ad effetti speciali, risultano un po’ artificiose, ed è sicuramente eccessiva l’insistenza sul tono predicatorio. Nel complesso, questo è un film dispersivo e poco scorrevole, in cui le trovate narrative, mal inserite nel contesto e non adeguatamente sviluppate, finiscono per fungere da punti di arresto, in cui il racconto si incaglia, lasciando lo spettatore in attesa di una svolta chiarificatrice che dia al tutto un significato omogeneo. Un’opera che andrebbe ripensata e riscritta con maggiore attenzione al messaggio di fondo, che davvero si fa fatica a cogliere.
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