Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Venezia 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Il mio approccio a questo nuovo lavoro di Paolo Virzì è stato ricco di ansia e tensione al solo pensiero che il film non potesse reggere il confronto con il suo precedente capolavoro, La pazza gioia. Invece una volta in sala il film è filato via piacevolmente, merito di una coppia straordinaria di attori (Helen Mirren e Donald Sutherland), ad una sceneggiatura equilibrata che mescola sapientemente momenti d'ilarità ad altri di grande tensione emotiva, e ad un buon ritmo. Sono convinto che questo film piacerà soprattutto al pubblico europeo ma molto meno a quello americano. Il regista italiano non si lascia scappare l'occasione di criticare lo stile di vita e il pensiero americano e in più di un'occasione ironizza sull'uso facile delle armi, sullo svuotamento della cultura (letteraria) resa mero, consumistico "entertainment", sulla questione dei migranti. Sempre con leggerezza e divertendosi, come nella scena in cui il nostro povero John, professore di letteratua da sempre democratico, confuso dalla demenza senile che lo affligge, si unisce ad un corteo repubblicano... quasi a dire che solo chi è decerebrato può votare Trump. Questa visione satirica del regista rende senz'altro più interessante questo film che altrimenti percorrerebbe i soliti, già visti, binari del cinema "on the road", "di malattia" e della "terza età".
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