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Ella & John

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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La recensione su Ella & John

di supadany
6 stelle

Venezia 74 – Concorso ufficiale.

Per la sua prima esperienza internazionale, il fatto che My name is Tanino sia stato parzialmente ambientato negli States non vale negli stessi termini, Paolo Virzì usufruisce di una coppia d’interpreti d’eccezione, con la quale stringe un rapporto fondato sulla reciproca, e totale, fiducia. Lei - Helen Mirren - è un’icona femminile anche moderna, sempre molto attiva tra opere d’autore (The tempest), action movie (Fast & Furious 8), un prossimo horror che fa ben sperare (Winchester) e film che combinano impegno e intrattenimento (Il debito). Lui - Donald Sutherland – è recentemente riconducibile soprattutto alla saga distopica di Hunger games, ma con il cinema italiano vanta già trascorsi illustri, recenti con La migliore offerta, rievocanti l’epoca d’oro con Il Casanova di Federico Fellini.

Come anticipa la presenza dei nomi dei protagonisti già nel titolo, Ella & John è tutto (per) loro.

Accantonando qualsiasi consiglio e imposizione, dei medici che li seguono così come dei loro preoccupati figli, Ella (Helen Mirren) e John (Donald Sutherland) partono con il loro camper senza avvisare nessuno, percorrendo le strade americane senza una meta precisa.

La salute di Ella è cagionevole, mentre John perde anche i pezzi più importanti della memoria, ma il loro viaggio a bordo di un Winnebago Leisure Seeker è irrinunciabile, assumendo il sapore dell’ultima occasione per vivere insieme dei momenti indimenticabili e ripercorrere i tratti salienti del loro legame, non senza riportare a galla qualche rivelazione inattesa.

 

Donald Sutherland, Helen Mirren

Ella & John (2017): Donald Sutherland, Helen Mirren

 

Adattamento del libro In viaggio contromano di Michael Zadoorian pubblicato nel 2009 e ridotto per il grande schermo con il contributo di Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, Ella & John propone ancora una coppia in movimento perpetuo, dopo quanto visto nel fortunato La pazza gioia.

Questa volta però Paolo Virzì, forse intimorito dalla responsabilità, cerca di non sgarrare. Stabilisce delle regole e le rispetta pedissequamente, non fosse per qualche sbandata che comunque è velocemente calmierata da duetti dei protagonisti e dagli incontri che si avvicendano, alternando la commedia, con quella (ricerca della) felicità cui non si può rinunciare, e il dramma, destinato ad acquisire spazio, otturando i pori della che garantiscono il respiro.

Nessun mistero sull’impasto. I cambiamenti di umore sono subitanei e il montaggio di Jacopo Quadri fatica a tenerli insieme, mentre gli automatismi sono elementari ma anche pratici, ad esempio facendo prevalentemente ricorso alla memoria ballerina di John come propulsore comico e prima ancora narrativo, agganciando, e sganciando, una parentesi alla successiva.

Così il viaggio è contrassegnato da imprevisti verosimili, come un incontro con la polizia e una gomma a terra, e altri talmente assurdi nella loro ideazione da far pensare a errori macroscopici, comunque risarciti dalle ilari conseguenze che inducono, un conglomerato con la funzione di sottolineare quanto stare insieme non sia importante ma proprio l’unica cosa che conta, con anche litigi e le sfuriate a completare il pacchetto.

Un insieme che sembra fatto apposta per esaltare Helen Mirren, spettacolare ed esplosiva soprattutto nel declamare l’espansività di Ella, sia solare sia burbera, ma anche Donald Sutherland ne esce rinvigorito.

Alla fine, Paolo Virzì riesce a costituire un road movie all’americana, con giusto un pizzico di sensibilità in più a discapito dell’attenzione alla precisione, assortito – come da copione – tra gioie e tristezze, spostando l’attenzione sui suoi assi in scena, ripagandoli ampiamente dell’impegno profuso. 

Acceso e dissestato, di buon cuore e riflessioni standardizzate.

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