Regia di Hope Dickson Leach vedi scheda film
Inghilterra profonda, contadina, il Somerset, flagellato da un'inondazione. Clover, figlia lontana, al college, fa ritorno alla fattoria di famiglia, sconvolta, oltre che dalle acque, dal misterioso e improvviso suicidio del fratello. Qui ritrova il padre, burbero e ostile, con cui, è evidente, non ha mai avuto un buon rapporto. Dramma scuro, quasi da Grande Depressione americana, da romanzo breve di Faulkner, se non fosse che è ambientato ai giorni nostri e in un territorio decisamente meno polveroso. L'esordio di questa regista è un film austero e forte, forgiato nella tipica durezza del Cinema anglosassone di periferia e di vite ai margini, ma con qualche venatura onirica e una bella forza visiva. L'eccellente, giovane, Ellie Kendrick si porta sulle spalle il peso del dolore della perdita e negli occhi la rabbia e il perdono, verso un padre, un altrettanto ottimo David Troughton, che cerca di ritrovare. Un film melmoso, difficile, sporco e intenso, tutto giocato sul lavoro dei due attori, per una suite quasi teatrale, breve e fulminante, nei suoi 80 minuti scarsi. Difficile l'empatia, senz'altro, ma siamo di fronte a Cinema di qualità, oggi sempre più arduo da trovare. La Gran Bretagna, in queste pellicole, va a nozze, da sempre. Da cercare ma da maneggiare con cura.
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