La giovane Clover torna a casa a Somerset dopo aver saputo che il fratello minore Charlie si è suicidato. Qui, rivede lo scontroso padre Aubrey, un uomo dall'esistenza segnata dai guai del passato e da una silenziosa rabbia. La fattoria di famiglia naviga in cattive acque e Aubrey, in seguito alle recenti inondazioni, è costretto a vivere in una roulotte. Charlie aveva intenzione di rilevare la gestione della proprietà ma i suoi piani sono ovviamente andati in fumo. Non passerà molto tempo prima che tra padre e figlia scoppi una guerra senza sconti.
onesto, senza fronzoli, duro e puro. inglese. sincero e vibrante...e inesorabile nella sua dolenza. tuttavia catartico, quindi non pessimista tout court. uno di quei film che probabilmente non si ha molta voglia di rivedere, ma che rimangono.
In questa tragedia familiare sulle pianure alluvionate del Somerset, il senso di colpa di un ritorno obbligato che punta al cuore nero di un dramma dell'incomprensione, covando le inquietudini oniriche di una angosciante trasgressione naturale ed una fragilità emotiva che reclama, per le mancanze di ciascuno, la responsabilità dell'altro.
"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti." – Cesare Pavese, “la Luna e i Falò”, 1949
Hope Dickson Leach mostra al suo esordio nobili intenti che lasciano tracce di grande cinema al pari di K. Reichardt e D. Granik. Non inganni il minimalismo quieto della narrazione: sotto la calma divampano drammi familiari irrisolti. Grande performance di Elle Kendrick. Score eccellente di Hutch Demouilpied + due inserti dei Silver Mount Zion.
L'opera prima nel lungometraggio di Hope Dickson Leach, dopo alcuni corti ed episodi di serie tv, è un film potente, ruvido, commovente, in cui si scrivono lettere al cane (“Dai una leccata a mamma da parte mia.”) per non doverle scrivere al padre.
A parte il contesto spazio-temporale eretto sulle spoglie conseguenze dell'alluvione che… leggi tutto
Ritornata alla fattoria di famiglia in seguito al suicidio del fratello, la giovane Clover ritrova i disastri delle recenti alluvioni che hanno messo in ginocchio l'azienda paterna e quelli di un rapporto filiale che deve scontare i sensi di colpa verso un genitore autoritario e imbelle. Dovrà presto decidere se ritornare agli studi universitari o rinsaldare i rapporti di un gruppo… leggi tutto
"Quale sollievo non ha vita breve, se ha vita breve perfino la vita." La Compassione Crudele di una Mise en Abyme MidWestern. “AnyThing Is Possible”, e queste sono le genti che l'omonima protagonista…
Ritornata alla fattoria di famiglia in seguito al suicidio del fratello, la giovane Clover ritrova i disastri delle recenti alluvioni che hanno messo in ginocchio l'azienda paterna e quelli di un rapporto filiale che deve scontare i sensi di colpa verso un genitore autoritario e imbelle. Dovrà presto decidere se ritornare agli studi universitari o rinsaldare i rapporti di un gruppo…
L'opera prima nel lungometraggio di Hope Dickson Leach, dopo alcuni corti ed episodi di serie tv, è un film potente, ruvido, commovente, in cui si scrivono lettere al cane (“Dai una leccata a mamma da parte mia.”) per non doverle scrivere al padre.
A parte il contesto spazio-temporale eretto sulle spoglie conseguenze dell'alluvione che…
Inghilterra profonda, contadina, il Somerset, flagellato da un'inondazione. Clover, figlia lontana, al college, fa ritorno alla fattoria di famiglia, sconvolta, oltre che dalle acque, dal misterioso e improvviso suicidio del fratello. Qui ritrova il padre, burbero e ostile, con cui, è evidente, non ha mai avuto un buon rapporto. Dramma scuro, quasi da Grande Depressione americana, da…
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Commenti (4) vedi tutti
onesto, senza fronzoli, duro e puro. inglese. sincero e vibrante...e inesorabile nella sua dolenza. tuttavia catartico, quindi non pessimista tout court. uno di quei film che probabilmente non si ha molta voglia di rivedere, ma che rimangono.
commento di giovenostaIn questa tragedia familiare sulle pianure alluvionate del Somerset, il senso di colpa di un ritorno obbligato che punta al cuore nero di un dramma dell'incomprensione, covando le inquietudini oniriche di una angosciante trasgressione naturale ed una fragilità emotiva che reclama, per le mancanze di ciascuno, la responsabilità dell'altro.
leggi la recensione completa di maurizio73"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti." – Cesare Pavese, “la Luna e i Falò”, 1949
leggi la recensione completa di mckHope Dickson Leach mostra al suo esordio nobili intenti che lasciano tracce di grande cinema al pari di K. Reichardt e D. Granik. Non inganni il minimalismo quieto della narrazione: sotto la calma divampano drammi familiari irrisolti. Grande performance di Elle Kendrick. Score eccellente di Hutch Demouilpied + due inserti dei Silver Mount Zion.
commento di Marcello del Campo