Regia di Giovanni Filippetto, Francesco Miccichè vedi scheda film
Docufiction su Libero Grassi, l'imprenditore siciliano che si oppose categoricamente alla mafia fino a venirne ucciso, il 29 agosto del 1991.
La storia di Libero Grassi viene raccontata in quest’ora e mezza di docufiction a duplice firma, girato da Francesco Miccichè e Giovanni Filippetto e dagli stessi scritto insieme a Nicola Lusuardi e Salvatore Basile; i due livelli narrativi si intersecano, con prevalenza quantitativa della parte documentaristica su quella di fiction, nella quale è Adriano Chiaramida a interpretare il protagonista. Fra brani di repertorio e interviste effettuate ad hoc, Io sono Libero si sviluppa come un solido ed efficace racconto della tragica, ma a conti fatti vincente parabola dell’imprenditore siciliano giustiziato in strada dalla mafia nell’estate del 1991. La vittoria di Grassi sta tutta nelle parole del figlio, verso il finale del film, quando spiega il gesto della V fatto con le dita al funerale del padre: Libero non c’è più, ma con il sacrificio della sua vita ha dimostrato di non essersi piegato alla malavita. Bel lavoro, indubbiamente ricolmo di retorica e in certi momenti esageratamente ossequioso ben oltre il limite del patetico (l’ultima foto di Libero Grassi e la voce off che interpreta il suo sguardo in avanti come un invito alla resistenza, a proiettarsi al di là delle difficoltà del presente), ma considerando l’importanza altissima degli argomenti messi in scena si può perdonare qualche scivolone o qualche espediente-boomerang disseminati qua e là. 6/10.
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