Regia di Zhang Yang vedi scheda film
Far East Film Festival 19 – Udine.
Perdersi nella vastità di paesaggi che sembrano provenire da un pianeta sconosciuto è affascinante, tanto più quando i tempi scenici fanno di tutto per coagulare tale immersione.
Soul on a string è un lungo viaggio declinato al western, caratterizzato da un’impronta culturale di origine tibetana che utilizza come principale strumento di persuasione il realismo magico.
In un Tibet senza una precisa collocazione temporale, Tabei è un cacciatore che affronta un lungo viaggio per portare un amuleto in un luogo sacro, seguendo le indicazioni fornitegli dal Buddha. Lungo il suo percorso, trova la non richiesta compagnia di Chung, una donna disposta a tutto pur di stare al suo fianco, e di un bambino incredibilmente intuitivo.
La loro avventura è resa più incidentata da chi li insegue: un uomo accompagnato da un cane, due fratelli in cerca di vendetta per la morte del padre e chi brama semplicemente la pietra magica.
Premiato per la miglior fotografia allo Shanghai Film festival 2016, Soul on a string appaga lo sguardo fin dalla prima immagine in campo lungo, un affresco continuativo che dedica all’anima altrettanta valenza simbolica.
Il viaggio, con un uomo in fuga, nuovi compagni inattesi e inseguitori dalle diverse impellenze, è fisico, con territori di confine che dal deserto passano a prati sterminati e ancora alle montagne più irte, ma più di ogni altra cosa spirituale, con il destino che, a piccoli passi, discerne la sua entità per ognuno dei contendenti.
Ciò avviene tra fughe e ricerche, peccati da redimere, conti da regolare in una faida senza fine e il rispetto per i diritti sanciti da una legge superiore, e si formula grazie a uno sviluppo che centellina le parole, sempre ben spese, in un quadro in movimento che sceglie di perseguire tutti i punti di vista.
Inoltre, l’andamento fluttuante lascia tutto il tempo necessario per riflettere su tematiche esistenziali, con le influenze di esseri superiori che, più o meno indirettamente, partecipano attivamente alla contesa, fino a congiungere le strade, liberare i demoni e attribuire a ognuno dei personaggi coinvolti la sua destinazione.
Così facendo, Soul on a string completa una rappresentazione affascinante e fuori dal tempo, che rigetta ogni sorta di frenesia per coltivare lo spirito nelle sue varie forme ed esigenze, riprendendo una cultura incastonata nei secoli senza rimanerne intrappolato.
Ipnotizzante, al punto da far passare in secondo piano qualche digressione non richiesta.
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