Regia di Gerard Barrett vedi scheda film
Racconto della vera storia di Susannah Cahalan, dalla malattia alla rinascita.
Susannah Cahalan, persona vivente e non personaggio di fantasia, è una giovanissima giornalista del New York Post, simpatica ed esuberante, dal carattere solare e brillante, gode della stima dei colleghi e del suo capo ed è fidanzata felicemente con Steven, con il quale convive. Un giorno le capita un’importante occasione: intervistare un senatore statunitense, rimasto coinvolto in uno scandalo sessuale. Qualche giorno prima, dell’importante appuntamento, Susannah inizia ad accusare degli strani sintomi: confusione mentale, stanchezza fisica, vuoti di memoria, tuttavia non ci dà peso. Quando però incontra il politico insieme al suo addetto stampa, perde il controllo, commette delle gaffe ingenue e l’intervista viene bruscamente interrotta. Le viene imposto un periodo di riposo, attribuendo allo stress il bizzarro comportamento, ma le cose peggiorano, Susannah incomincia ad avere improvvisi cambiamenti dell’umore. Passa dal riso immotivato al pianto a dirotto, improvvisamente e senza apparente motivo, così come dalla logorrea irrefrenabile al mutismo assoluto. Spesso senza ragione diventa aggressiva, i suoi discorsi si fanno sempre più confusi e contorti, inizia a soffrire di paranoie ossessive, è soggetta a crisi convulsive di tipo epilettico. I genitori e il ragazzo, le sono vicino ma non capiscono cosa le stia accadendo. Comincia a questo punto il calvario delle visite e poi il ricovero in una clinica psichiatrica, D’altra parte gli stessi medici brancolano nel buio, azzardando le più disparate diagnosi: disturbo bipolare, epilessia, schizofrenia, sindrome da astinenza da alcol, possibile tumore al cervello. Neurologi e psichiatri si avvicendano attorno a lei, senza venirne a capo, tanti anche i tentativi terapeutici effettuati. Tutto questo fino a che un medico siriano, che aveva smesso l’esercizio della professione, preferendo insegnare, coinvolto da una insistente collega, si reca a visitarla. Prende a cuore il suo caso e comincia a sottoporla ad una serie di test mentre ormai Susannah è quasi in uno stato catatonico. A un certo punto le chiede di disegnare il quadrante di un orologio, ottenendo con grandi sforzi il disegno di una sola metà dell’orologio, e qui che il luminare comprende finalmente la malattia “la prova concreta che il lato destro del suo cervello è in fiamme”, riferisce il dr. Najjar. In sostanza la malattia che ha colpito Susannah, è una infiammazione del cervello di tipo autoimmunitario. Appartiene al gruppo delle Encefaliti Autoimmuni. Con presenza di anticorpi diretti verso recettori che si chiamano NMDA, gli anticorpi prodotti si dirigono verso strutture cerebrali che regolano la vita emotiva, cognitiva, affettiva, portando a quadri clinici molto simili ad alcune sindromi psichiatriche.
Susannah viene avviata a delle cure che modulano il sistema immunitario, di tipo antinfiammatorio, e nel giro di un mese ritorna alla vita normale. Scrive in un’autobiografia la sua esperienza e riprende il lavoro rientrando in famiglia. La morale è che in medicina non bisogna dare mai nulla per scontato. Un errore di valutazione, un tentativo mai fatto, un abbaglio, possono determinare in peggio il destino di una persona, forse per sempre. L'attrice protagonista è molto brava,in un ruolo decisamente difficile.
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