Regia di John Ford vedi scheda film
Una storia al contempo aspra e solare, come una tempesta di sabbia a ciel sereno o una distesa di sale sotto il sole, e come lo è ogni avventura illuminata dalla speranza e dalla fede che sovrastano le avversità. Il trovatello rappresenta il dono del destino che interrompe un cammino sbagliato, impedendo una ulteriore deriva verso il male. È così che la fuga di tre malviventi dal luogo di un misfatto si trasforma, improvvisamente, in un pellegrinaggio verso una meta di amore e salvezza. I richiami al Vangelo di Natale hanno il colore blu delle notti in Palestina, e concludono, con un’atmosfera di familiare convivialità, un percorso di stampo veterotestamentario attraverso il deserto. In quest’opera di chiara ispirazione religiosa, l’impronta del western si avverte nella spiccata essenzialità ed asciuttezza con cui vengono dipinti personaggi ed ambienti, che pure è attenuata da una certa morbidezza dei contorni, percepibile anche nei toni, insolitamente moderati, del linguaggio. Atipico è anche lo sviluppo di questo film, in cui il confronto tra le parti in conflitto si svolge - anziché con sparatorie e corse al galoppo - per lo più a distanza, lungo uno strano e lento inseguimento alla cieca che quasi disorienta lo spettatore. Ma la vera perla di rarità è la maniera fluida e delicata in cui John Ford riesce ad accompagnarci attraverso la storia di un patto criminale che, gradualmente, si tramuta in complicità, quindi in amicizia ed, infine, in una profonda comunanza di principi ed intenti.
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