Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
Realizzato con lo scopo di prendere congedo dai personaggi di Heimat, dichiarato dallo stesso Reitz, questi Frammenti dimostrano semmai l'incapacità del regista di distaccarsi da quei personaggi, con i quali ha convissuto per quasi trent'anni (i lavori del primo Heimat, uscito nel 1984, iniziarono nel 1980). Questa incapacità di Reitz è stata successivamente testimoniata da quello che ad oggi resta il suo ultimo film, L'altra Heimat - Cronaca di un sogno (2013).
Composto da sequenze girate per l'occasione e da spezzoni scartati al montaggio dei tre cicli di Heimat, Frammenti alterna come sempre il bianco e nero al colore, anche se questa volta la distinzione concettuale è più netta, dato che la cornice, ormai completamente ambientata nel terzo millennio, è tutta girata a colori.
Poetico e, come appunto dimostra L'altra Heimat, provvisorio addio al "mondo di Heimat", questo Frammenti ha per l'appunto una struttura frammentaria, incentrata sulle figure femminili della saga: infatti, se il primo ciclo heimatiano è indubbiamente dominato dalle figure di Katharina e, soprattutto, di Maria (che si identifica con la vecchia Schabbach, quella che scompare con la sua morte, datata al 1982), il secondo e il terzo ciclo si incentrano sul personaggio autobiografico di Hermann, a sua volta circondato e condizionato dalle donne, da Klärchen, il grande amore adolescenziale, a Schnusschen, la moglie borghese (quella che gli dà la figlia Lulu, protagonista di questo lavoro reitziano), fino a Clarissa, il grande amore della maturità. Per la stessa natura frammentaria, a quest'opera di Reitz non si richiede alcuna omogeneità: per questo, non gli si possono rimproverare alcuni difetti di coerenza imputabili alla saga, basata sulla natura disorganica tipica dei vecchi ricordi. Ma, naturalmente, Frammenti non può che costituire il tappo della bottiglia che è l'enorme racconto di Heimat.
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