Regia di Marino Girolami vedi scheda film
L'assassino si chiama Pompeo è una commediola leggera leggera inequivocabilmente figlia del suo tempo: un artigiano del genere ridanciano-senza-troppe-pretese dietro la macchina da presa (Marino Girolami), un protagonista proveniente dalla rivista e in quel momento superimpiegato dal cinema in macchiette e parti smaccatamente comiche (Gino Bramieri), un duo di sceneggiatori 'pronti a tutto', capaci di licenziare prodottini alimentari in serie (Tito Carpi e Fabio Dipas). Il film è tutto qui: onesto mestiere, risatine facili, una trama poco complessa in odore di giallo ed evidentemente orientata alla risoluzione lieta, spensierata; nel cast compaiono anche, fra gli altri, Ave Ninchi, Ernesto Calindri, Tino Scotti, Gisella Sofio, Valeria Fabrizi e Lucio Flauto: tutti nomi che suonano come garanzie, specie in questo contesto. Menzione assolutamente in positivo va fatta per la colonna sonora di Lelio Luttazzi; nel giro di un anno o poco più, con gli stessi o simili interpreti e i medesimi sceneggiatori, il regista licenzia una manciata di titoli: Siamo tutti pomicioni, Le motorizzate, Gli italiani e le donne, La donna degli altri è sempre più bella e Twist, lolite e vitelloni, tutti fra il 1962 e il 1963. 2,5/10.
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