Espandi menu
cerca
Wonder

Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film

Recensioni

L'autore

berkaal

berkaal

Iscritto dal 16 giugno 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 20
  • Post -
  • Recensioni 460
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Wonder

di berkaal
7 stelle

Natalie Merchant, cantante dei 10.000 Maniacs dal 1981 al 1993, nel suo primo album da solista del 1995 pubblica la canzone "Wonder". Raquel Jaramillo Palacio, scrittrice e graphic designer americana di origini colombiane, dopo un incidente nel quale il figlio rimane molto colpito nel vedere una bambina sfigurata, ispirandosi alla canzone della Merchant, nel 2012 pubblica il libro "Wonder". Nel 2017 esce il film con lo stesso titolo de cuius agitur. Questa breve storiella dimostra quanto il cinema debba alla musica e alla letteratura. Ma non viceversa. Ne consegue una constatazione che non farà piacere ai cinefili: la settima arte ha carattere residuale, arriva sempre in fondo alle altre, quando esiste concatenazione, come buona ultima.

Scoglio ineludibile di fronte a questa pellicola e discriminante nella separazione tra giudizi positivi e negativi è: quanto vi dà fastidio il buonismo che ne trasuda? Fino a che punto è giustificato dal fine pedagogico? Ma dato che parlare di questo equivale a discutere del sesso degli angeli, occupiamoci invece di tre luoghi comuni che sono qui riuniti che differenziano la società americana dalla nostra.

La civile civiltà anglosassone è decisamente più violenta di quella italiana. Anche nelle manifestazioni più innocue: al telefono noi ci salutiamo anche una decina di volte prima di chiudere la conversazione, gli anglosassoni si sbattono il telefono in faccia senza nemmeno pensarci due volte. A scuola, detto da persone che l'hanno frequentata negli Stati Uniti, non passa giorno senza che si faccia a botte nei corridoi. Il bullismo è accettato e dato per scontato, come del resto è rappresentato nel film, e quindi viene ritenuto normale.

Seconda cosa, un ingrediente onnipresente nei film e nelle serie anglofone è l'incomunicabilità. C'è sempre qualcuno che si tiene dentro i propri crucci e non ha il coraggio di aprirsi, di confidarsi. Se lo facessero, la metà dei film suddetti finirebbe dopo un quarto d'ora, cosa ovviamente impossibile per motivi commerciali.

Terza ed ultima cosa, i genitori anglosassoni sono moralmente tenuti ad assistere alle interpretazioni teatrali e/o musicali dei figli. A partire da quando avevo otto anni, sono salito sul palco ad esibirmi più di mille volte, e mai una che i miei genitori siano venuti a vedere, stessa cosa dicasi per tutti gli altri musicisti che conosco, e nessuno ci ha mai trovato alcunché di strano né di disdicevole.

Dopo queste divagazioni, torniamo alla pellicola: improbabile la coppia Roberts-Wilson, ma ineccepibile nell'interpretazione, la realizzazione della storia è convincente e misurata, anche se la parabola della vicenda è ampiamente prevedibile. Presupponendo una sufficiente dose di buona fede per l'insieme dell'operazione, il risultato è apprezzabile.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati