Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
Un film che è un'esortazione a educare il nostro spirito, senza paura o pregiudizio, verso chi o ciò che recepiamo come diverso e quindi da respingere o da evitare. Un spot di sensibilazione meritevole nelle intenzioni ma che si rivela anche quasi ricattatorio, fin troppo furbo e che scivola troppo presto nell'autocompiacimento.
Adattamento cinematografico del libro omonimo dello scrittore R.J. Palacio, Wonder è una favola commovente e solidale ma con un altissimo rischio di retorica che il giovane regista/scrittore cerca di bilanciare scorporandone il punto di vista attraverso più personaggi, allargandone quindi gli aspetti (e i rispettivi dolori) oltre al solo protagonista, e affidandosi completamente ad un gruppo di buonissimi attori, dal giovanissimo Jacob Tremblay, lanciato in Room, a una ben ritrovata Julia Roberts fino ad un ironico e fanciullesco Owen Wilson.
Purtroppo il buonismo è spesso sopra al livello di guardia, come anche una certa retorica molto “liberale”, le forzature si sprecano e non mancano di certo gli stereotipi e i luoghi comuni imposti anche con una certa invadenza, a cui si sovrappone poi un plot dalla struttura piuttosto classica, quasi da vecchia scuola, e che porta inevitabilmente all’esaltazione della famiglia come il centro di un microcosmo "all american" prettamente multietnico, con il rispetto per la diversità come centro emotivo di riscatto sociale e di una crescita collettiva fino all'inevitabile sconfitta dei “cattivi”, ovvero di chiunque non si sia allineato allo spirito “perbenista” e “liberal” di una nuova ed evoluta società americana.
Una pellicola che nella sua funzione più educativa ed escatologica, soprattutto se considerata in funzione del proprio principale pubblico di riferimento (il teenager americano), risulta nonostante tutto efficace e convincente ma che, personalmente, ho trovato eccessivamente ricattatoria e falsamente perbenista, e che quindi rischia di delegittimare le proprie migliori intenzione in un eccesso di commozione e sentimentalismi non sempre calibrati a dovere.
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