Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
Il wonder boy stupisce meno del wonder world in cui il racconto si svolge. Troppo bello per essere vero. Troppo favola per essere un gran film.
Una storia che si preannuncia drammatica e adatta a far impennare le vendite di fazzoletti di carta ad uso dei facili di lacrima si rivela essere in realtà una dolce favola sull'infanzia e l'amicizia, girata senza che la regia prema sull'acceleratore dei meccanismi atti a sciogliere gli animi degli spettatori in pianto, con il registro che rimane sempre su un intellegente bilanciamento tra tristezza e simpatia, tra dramma e riscatto. Questa è la forza del film. La grande debolezza è che la "wonderezza" del racconto non è tanto la meraviglia che suscita l'elephant boy in tutti gli altri, quanto la perfezione del mondo che circonda il piccolo protagonista, vittima di bullismo quanto possa esserne vittima Jerry con Tom. Un mondo troppo comprensivo per essere vero. Ciò sottrae forza al film e lo confina tra quelle novelle che descrivono un mondo pieno di rallegranti colori, utile solo a tranquillizare i bambini prima di dormire. Ottimista.
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