Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
Mi è piaciuto l'ottimismo di "Wonder", credo che di questi tempi ce ne sia bisogno. È un segnale molto forte, un messaggio di inclusivita' e accettazione della diversità che permette di sorvolare su schematismi ed eccessiva semplificazione della trama. La storia di Auggie Pullman e della sua famiglia si mette sulla stessa linea di celebri opere come "The elephant man" di Lynch o "Mask" di Bogdanovich, con la differenza che questo è un film pensato per un pubblico mainstream, quindi un film decisamente più "commerciale" che ha incassato bene al box-office. A mio modesto parere il film riesce a tratti a toccare le corde giuste e ad emozionare lo spettatore, anche grazie ad un contributo di attori tutt'altro che indifferente, con il divetto Jacob Tremblay che andrebbe ascoltato in originale, una Julia Roberts che esprime molto bene la dignità e la sofferenza della madre, Owen Wilson che alleggerisce alcune scene con un'efficace mimica facciale. Il buonismo e la melassa ci sono? Direi di sì, ma in dosi tutto sommato accettabili, secondo una consolidata tradizione hollywoodiana che guarda ad illustri modelli del passato, soprattutto Frank Capra, una sceneggiatura che poteva comunque essere strutturata meglio (il sub-plot della sorella con i suoi problemi adolescenziali toglie un po' di spazio alla vicenda principale). Il regista Chbosky aveva fatto meglio con "Noi siamo infinito" ma qui conferma un piglio registico non disprezzabile nella confezione molto accattivante, con una fotografia calda e colori molto vividi. Per me la sufficienza la merita.
Voto 6/10
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