Regia di Fisher Stevens vedi scheda film
https://www.youtube.com/watch?v=oo2l_0jije8&list=PLv46sV8DXkI9Il5GYviX7ur0Ov3_TbTvH&index=5
Parlare dei cambiamenti climatici; dello stato in cui versa la Terra e le creature che la popolano.
Parlare di cosa è stato, di cosa è e cosa sarà del nostro pianeta. Delle sue bellezze naturali e di quelle (meno affascinanti, in certi casi) fatte di carne ed ossa.
Parlare di come intervenire per arrestare il countdown alla rovescia che scandisce gli ultimi attimi di vita del mondo come lo conosciamo noi oggi. Che segnano il passaggio dal secondo pannello del Trittico del Giardino delle delizie al terzo (il primo è un Eden di cui nessuno ha più memoria).
Parlare di tutto questo non ha prezzo.
Il prezzo lo stiamo già pagando adesso… e ancora di più faremo in futuro, anche nell’ipotesi in cui decidessimo di avere seriamente a cuore il destino delle generazioni future e decidessimo di impegnarci davvero.
Deve aver pensato questo il carissimo Leo Di Caprio quando ha deciso di coprodurre e prestarsi in prima persona per questo documento di testimonianza e denuncia di un mondo che cambia (in peggio) e di un genere umano diviso in mille rivoli quanto a motivazioni ed interessi, ma accomunato da un unico destino.
Ed ecco (forse) perché fino a domani la visione di questo documentario sarà gratuita su youtube… ma – sia chiaro - anche quando non lo sarà più, resta decisamente una visione consigliata. Per una questione di buona volontà e buona fede. Per una questione di sopravvivenza.
Senza nulla togliere ai motivi per cui riconoscere che si tratta di un prodotto interessante e meritorio, ma non eccellente. Mi è parso di percepire, infatti, tra i riflessi dello schermo, qualche punta di narcisismo e di naïveté. Rispettivamente, ad esempio, quando Leo è salito in cattedra per lanciare il suo monito (che andrebbe scolpito nelle fondamenta della Terra anziché su anacronistici, stanchi pezzi di carta). E quando ha indossato un guanto di velluto per discettare con i potenti della Terra che hanno accettato di dargli udienza (tanto da farmi venire il dubbio su chi sia stato davvero il regista).
Un cinema dolente, impegnato, ma dalle armi spuntate, dunque.
Ma avercene di cinema (e di persone del calibro e carisma dei suoi protagonisti più fulgidi) come questo.
E adesso serve il pubblico… e i suoi gesti concreti migliori.
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