Regia di Chung Mong-Hong vedi scheda film
FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE
Un giovane goffo ma preciso corriere della droga sta eseguendo una complessa consegna e per questo, eseguendo le istruzioni del suo capo, attende che un taxi lo porti a destinazione. In quel frangente un anziano tassista che lavora a cottimo e soffre di solitudine, fa di tutto per abbordarlo e condurlo lui all'appuntamento con la sua scassata autovettura ormai obsoleta: rendez-vous che si rivela un luogo di carneficina, dove corriere ed autista riescono per un pelo a farla franca.
Il film, un Taxi Driver dell'est, come è stato unanimemente ribattezzato, è un riuscito mix di noir e humour nero che scandisce carneficina alla Park Chan Wook a momenti di umorismo irresistibili.
E così tra scene pulp con fiume di sangue e scenette comiche che puntano sulla differenza caratteriale e fisica dei tre protagonisti, il film azzecca ritmi e storia e ci regala scenari e riprese aeree davvero stimolanti e gradevoli alla vista, che denotano la capacità dell'ottimo regista di fondere con abilità generi e situazioni, dimostrando una lucidità di narrazione non comune.
Dialoghi irresistibili e da manuale, come quelli inerente la copertura in mailing di un lungi divano teatro di ina esecuzione sanguinosa, e quello tra tassista e spacciatore imprigionati nel bagagliaio di una Mercedes, che decantato i pregi della vettura tedesca nonostante la situazione piena di incognite fatali.
Grande interpretazione del comico Michael Giù nei panni dell'anziano umanissimo taxista, che ci fornisce un ritratto doloroso ma anche esilarante di un uomo solo e senza affetti, e di una amicizia che nasce dalla diffidenza reciproca tra i principali tre protagonisti, figure molto ben scritte ed interpretate in uno dei film per ora più belli e riusciti della rassegna del FEFF 2017.
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