Regia di Barry Jenkins vedi scheda film
vent'anni nella vita di un uomo suddivisi in tre capitoli, a seconda dell'evoluzione dello stato di questo uomo e della sua crescita fisica. barry jenkins lavora molto, a mio avviso, sull'attesa. un'attesa che si fa sentire come un macigno, e come se questo macigno lo avessi portato anche io durante la visione. la lentezza della narrazione lungo tutto l'arco vitale da quando vediamo chiron-little a quando lasciamo chiron-black, è tangibile, come quando ti sembra di toccare la stanchezza di una situazione in una gravosa giornata di intollerabile canicola estiva. chiron in tutte e tre le sue fasi a noi conosciute vive una non vita oscurata dal bullismo fino all'adolescenza, e la dipendenza dalle droghe della madre. le uniche due figure positive della sua non vita sono il compagno di classe e amico kevin, che gli farà provare il suo unico momento d'amore in una calda sera d'estate a bordo mare mentre si bagnano nella luce della luna, e lo spacciatore juan, figura paterna sostitutiva, che però è proprio colui che vende la droga alla madre. queste due figure maschili e le sensazioni che le contraddistinguono, marchiano la non vita di chiron. figure e sensazione ambigue, dotate di forti connotazioni negative, che fanno in modo che l'amore per loro comunque non venga mai meno, nonostante tutto. juan lo sostiene nel suo essere gay e cerca di trasferirgli insegnamenti validi, nonostante moralmente sia la persona meno indicata per insegnare ad un ragazzino come vivere la sua vita. la madre è tossica per colpa sua e di gente come lui, ma è come se chiron faccia fatica ad accettarlo. kevin invece lo contatta a distanza di anni, quando entrambi si sono fatti il carcere e hanno preso due strade completamente differenti.... chiron non si capacita del perchè kevin lo abbia chiamato e kevin non riesce a dare una giustificazione valida per la sua chiamata, se non un sensualissimo rimando ad una "loro canzone". il loro ritrovarsi dopo che chiron-black è stato dalla madre in istituto è una promessa per chiron di rivalsa del proprio essere gay. un'attesa lunga dieci anni. la supervisione alle musiche scelte e l'accompagnamento di nicholas britell, aumentano se possibile la sensazione di attesa e di transizione ammantandole di quel senso sacro che si da ai momenti che senti importanti, anche se poi in verità non lo sono. l'attore TREVANTE RHODES è riuscito nell'impresa di rendere credibile la sofferenza di quella splendida montagna di muscoli, facendoti immaginare il dolore trascorso tra l'arresto a scuola di chiron e la sua nuova pelle di chiron-black. vederlo esitante guardare l'oggetto del suo amore e finalmente dirgli ciò che aveva sempre ritenuto doveroso dirgli è stupefacente. la malcelata sorpresa di un imbarazzato kevin non supportato a mio parere da andre holland, non scalfisce comunque la grandiosità di quel momento irripetibile.
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