Regia di Greg McLean vedi scheda film
Sembra la solita mattina afosa della Colombia in cui andare a lavorare nell’ordinato e moderno edificio della Belko, agenzia no-profit che si occupa dell’impiego di personale americano in Sudamerica. Giusto qualche controllo di sicurezza in più all’ingresso, e poi le solite routine d’ufficio, vecchie beghe, amori clandestini, persino una neo-assunta alla prima giornata.
All'improvviso una voce all’interfono, udibile a tutti, annuncia che se non saranno uccise due persone entro mezz’ora, per tutti ci saranno gravissime ripercussioni…
Comincia così, dopo una versione ballabile in spagnolo di un quanto mai appropriato “I will survive”, il lavoro di Greg McLean che da questo momento, proseguendo la folle logica della prima fase, trasforma i “grigi” e spaventati impiegati di ufficio in esseri spietati pronti a tutto pur di sopravvivere.
In mezzo a tutto il sangue e la violenza, c’è il tempo di chiedersi cosa si è disposti a fare per tornare a casa la sera, magari dalla propria famiglia, ma anche come sostenere gli sguardi dei parenti dopo averla fatta.
Ma la profondità dei personaggi è solo accennata: solo una traccia per aiutare lo spettatore a capire chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”; e manca l’elemento veramente sovversivo, anzi un eccesso di spiegazioni “sociologiche” finali appesantisce oltremodo il film. Che resta comunque divertente, una volta che si sia entrati nel clima, e dal ritmo giusto per la visione di una serata.
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