Regia di Giulio Base vedi scheda film
Lorenzo detto Lazzaro e Andrea sono due poliziotti molto diversi, ma amici; il primo è brutale e assetato di vendetta per la morte del fratello per overdose, il secondo è giovane e impacciato. Finiranno per occuparsi entrambi del detenuto Sante, che riesce a evadere per colpa di Andrea.
Se fosse una fiction televisiva, Poliziotti avrebbe la sua ragione d’essere; il ritmo altalenante, le psicologie pressochè azzerate dei personaggi, la trama semplice semplice e la messa in scena non particolarmente curata sono, fra gli altri, elementi che lasciano pensare che la giusta destinazione per tale lavoro sarebbe stato il piccolo schermo. Invece il film è uscito in sala e a tutti gli effetti la confezione risulta più levigata della media delle produzioni tv contemporanee; trattasi del terzo lungometraggio diretto da Giulio Base, che ne scrive anche la sceneggiatura con Franco Ferrini e Sandro Petraglia. A quanto sostiene la didascalia in chiusura, la vicenda si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto; indagando un attimo su tale notizia si viene a scoprire che tale fatto risale a due decenni prima e che, pur occupando un ruolo rilevante nell’economia della trama, quantitativamente rispetto al complesso di essa può definirsi un dettaglio o poco più (si parla semplicemente di un poliziotto suicida a causa della fuga di un detenuto sotto la sua sorveglianza). Tutto ciò per dire che c’è tanto di romanzato in questa pellicola, e neppure romanzato in maniera troppo avvincente o convincente. Nel cast spicca qualche nome degno di nota: Claudio Amendola, Michele Placido (e suo fratello Donato, in un ruolo minore), Luigi Diberti, Stefania Rocca e un giovane e ancora claudicante come interprete Kim Rossi Stuart. La presenza di Michele Placido ricorda in particolare i toni e i temi della Piovra (questa, sì, serie televisiva), non tanto distanti da questo Poliziotti. 2,5/10.
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