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Poliziotti

Regia di Giulio Base vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Poliziotti

di hallorann
4 stelle

Il sottotitolo ideale di POLIZIOTTI sarebbe dovuto essere L’INGENUO, L’INFAME, IL VIOLENTO. Il primo è Andrea, un poliziotto toscano alle prime armi trasferito a Torino. Egli diventa amico di Lazzaro, un collega dal grilletto facile. Insieme piantonano Sante Carella, un pericoloso malvivente che ha tentato il suicidio per farsi ricoverare con il pallino fisso della fuga. La notte in cui Lazzaro deve catturare il “Vampiro” lo spacciatore che uccise il fratello un paio di anni prima, Sante riesce a persuadere Andrea a uscire per vedere la ragazza francese. La fregatura è dietro l’angolo, Sante scappa, Andrea si suicida e Lazzaro avrà 24 h di tempo per catturare l’infame e vendicare il giovane amico. L’INGENUO è un bravissimo Kim Rossi Stuart, educato e ligio alle regole, un agnellino nelle mani de L’INFAME Michele Placido istrione e carogna, mentre IL VIOLENTO nato per vendicare e fare giustizia sommaria è un credibile Claudio Amendola. Le loro interpretazioni funzionano al contrario del film. Il modello ispirativo di POLIZIOTTI è il poliziottesco, il soggetto a più mani pare uscito dagli anni settanta: ideologicamente ambiguo, amorale e spiccio come certi metodi, peccato che la sceneggiatura e la regia vanifichino ogni ambizione di riprodurre un cinema di genere aggiornato agli anni novanta. Il regista è Giulio Base, diplomatosi attore alla Bottega di Vittorio Gassman, ha partecipato a due film di Nanni Moretti IL PORTABORESE e CARO DIARIO, passato alla regia ha girato un paio di commedie (LEST e LOVEST) e una pellicola pseudo-neorealista (CRACK), ora che è rimasto folgorato sulla via di Damasco e della fiction il cinema non ha perso granché. In questo lungometraggio del 1995 osa panoramiche aeree sulla città di Torino, piani sequenza e carrelli del tutto inutili e velleitari, uno “stile” neutro e insufficiente a far emergere la storia e nelle scene madri ricorre al ralenti per imprimere un po’ di tensione. Una delusione non da poco, senza scomodare Lenzi o Castellari, meglio pure un Luciano Ercoli (non proprio il massimo) di vent’anni prima. Da recuperare invece il trailer, davvero ottimo e ingannevole considerati i risultati. Nel cast anche Roberto Citran, Stefania Rocca e Franco Diogene.

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