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Killing Ground

Regia di Damien Power vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Killing Ground

di undying
9 stelle

Dall'Australia un thriller teso e sfibrante. La classica storia di predatori selvaggi a caccia di vittime innocenti, messa però in scena con un perfetto meccanismo audiovisivo, in grado di dare corso a sequenze di incontenibile tensione.

 

locandina

Killing Ground (2016): locandina

 

Australia. Ian (Ian Meadows) e Samantha (Harriet Dyer), compongono una coppia felice ed in prossimità del matrimonio. Per l'ultimo dell'anno i due decidono di passare un paio di giorni in tenda, in una sperduta località presso le cascate di Gungilee. Notano una macchina e un'altra postazione da campeggio ma -cosa che li mette in allarme- più tardi rinvengono un neonato, abbandonato nella vegetazione. Mentre decidono di raggiungere un paese per dare soccorso al bambino, vengono sorpresi da due cacciatori locali: German (Aaron Pedersen) e Chook (Aaron Glenane), in realtà due spietati assassini, responsabili di un massacro compiuto ai danni della famiglia che -solo pochi giorni prima- aveva piantato la tenda presso la cascata.

 

Harriet Dyer

Killing Ground (2016): Harriet Dyer

 

Esordio in un lungometraggio per il regista/sceneggiatore australiano Damien Power, evidentemente in forte debito -per tema trattato, sviluppo e modalità d'azione- con il connazionale Greg McLean, cineasta celebre per l'efficace saga dedicata al cinico e violento Mick Taylor (Wolf creek). Questo Killing ground segue una pista molto praticata non solo in campo horror, ma anche nel dramma (come non ricordare Un tranquillo week end di paura?). La storia non è, dunque, affatto nuova. Si ripete un canovaccio tipico con innocue vittime alla mercé di spietati (qui agiscono in coppia) serial killers. E proprio per questo motivo sorprende il risultato finale, decisamente sopra la media del genere.

 

Aaron Glenane

Killing Ground (2016): Aaron Glenane

 

Le aspettative di visione, vengono tradite per una volta tanto in senso opposto. Power suddivide il film in tre atti, avendo l'intelligenza di dedicare metà percorso alla presentazione dei protagonisti (per inciso ottimi -e in ruolo- tutti gli interpreti). Nei primi cinquanta minuti si empatizza e ci si affeziona sia alla coppia prossima al matrimonio che alla famiglia. La modalità di scrittura -e conseguente messa in scena per immagini- rimane volutamente ambigua a lungo, per poi farci intuire che la storia viene raccontata mettendo in parallelo due momenti diversi. Quando la coppia arriva alle cascate, la famiglia è già stata massacrata ma lo si intuisce solo molto più avanti della narrazione. Questa piacevole ed efficace scelta narrativa viene supportata, e amplificata nell'effetto straniante, dalla svolta thriller, con la parte centrale dell'opera che sprofonda nel dramma e nella violenza più feroce: pur essendo limitata nell'esposizione gore, la messa in atto dei delitti -operata in un ambiente selvaggio e suggestivo- di padre, madre e figlia, solletica fortemente il sistema nervoso dello spettatore, ormai teso come corda di violino. E l'atto finale, anch'esso imprevedibile, cioè a dire in  grado di disattendere le attese, chiude con perfetta e calcolata precisione un film brillante, sofisticato, matematico e attraente nonostante il tema trattato.

 

Ian Meadows, Harriet Dyer

Killing Ground (2016): Ian Meadows, Harriet Dyer

 

Un film che provoca, per tutta la durata, la sensazione d'essere seduti su un tappeto di spine, essendo pressoché impossibile mantenere lo stato di immobilità per quanto intensa, protratta e calibrata è  la messa in atto della tensione. Titolo, dunque, assolutamente di qualità fuori dal comune, al pari del più noto e già citato Wolf creek, anche se qui la scelta delle location cede il posto alle lunghe e infinite strade che attraversano il deserto in favore di un outback più verdeggiante e intimista, ma non per questo più innocuo o sicuro.

 

Aaron Glenane, Aaron Pedersen

Killing Ground (2016): Aaron Glenane, Aaron Pedersen

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