Regia di Terrence Malick vedi scheda film
La Vita Nascosta.... dove? Forse è questo il primo (ed ultimo) interrogativo da porsi: ci sono tre o quattro situazioni nelle quali al protagonista viene posta la domanda (modulata in maniera leggermente diversa, ma nella sostanza sempre quella): "A chi credi che interessi la tua protesta? Dove ti illudi che possa arrivare? Chi la potrà percepire, comprendere? E in che modo credi che questo tuo stupido sacrificio potrà cambiare il corso della Storia?". Franz, il protagonista, non sa mai cosa rispondere, giustamente.
Ma c'è una circostanza unica, a mio avviso sublime, ancor più esplicativa delle altre: il suo avvocato gli chiede di ritrattare la sua posizione, di formalizzare quel giuramento che Franz, in cuor suo, aborrisce. Con estrema non-chalance, cercando di persuaderlo, l'avvocato sottolinea: "Sono solo parole, non gliene frega niente a nessuno".
Ecco. Qui. La Vita è Nascosta qui. Dietrrole parole insacoltate, dove non gliene frega niente a nessuno, voci che gridano nel deserto. Dove, camminando verso il patibolo, Franz si china a raccogliere un ombrellino caduto a chissà chi, appoggiandolo con cura contro lo stipite della porta, il gesto di una Bontà che a sua volta (e sulla propria pelle, anzichè su quella dei soldatini comandati), se ne frega, con dolore, delle ragioni della Cattiveria.
Malick (non) nasconde la sua sensibilità dietro quella consolidata tecnica filmica che già hanno fato grandi le sue opere precedenti, e realizza un film cristologico per eccellenza, personaggi NEL mondo, ma non DEL mondo.
Monito per tutti, per ogni generazione.
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