Trama
La storia vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, nel 1938 all'arrivo dei nazisti fu l'unico del suo paese a votare contro la Anschluss, l'annessione alla Germania di Hitler. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943 si rifiutò di arruolarsi nell'Armata dell'Asse e per questo fu giustiziato.
Approfondimento
LA VITA NASCOSTA: DEVOZIONE E SACRIFICIO DI UN UOMO
Diretto e sceneggiato da Terrence Malick, La vita nascosta si basa sulla vera storia di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà a Hitler durante la Seconda guerra mondiale, sacrificando tutto, compresa la sua stessa vita, piuttosto che combattere per i nazisti. Nato e cresciuto nel villaggio di Radegund, Franz è impegnato nella coltivazione delle sue terre quando scoppia il conflitto. Sposato con Franziska (Fani), Franz è un uomo molto innamorato e ben integrato nella comunità locale. Con la moglie, vive un'esistenza semplice all'insegna del lavoro e delle tre figlie che il Signore don loro. Quando viene chiamato al servizio di leva obbligatorio, un requisito fondamentale per tutti gli uomini austriaci, Franz è costretto a stare lontano dall'amata Fani e dalle bambine per mesi. Nel momento in cui la Francia si arrende e la guerra sembra per concludersi, Franz è rimandato a casa. Sua madre e la cognata Rosie vanno a vivere con lui e la moglie e per un po' le cose sembrano procedere normalmente. la guerra, però, non finisce ma si intensifica: Franz e gli altri uomini del villaggio sono allora richiamati al fronte.
Il primo requisito che viene richiesto a un nuovo soldato è quello di giurare fedeltà ad Adolf Hitler e al Terzo Reich. Nonostante le insistenze di chi lo circonda, dei commilitoni e dei superiori, Franz rifiuta il giuramento e con il suo silenzioso atto di resistenza pone domande sul da farsi nel caso in cui ci si ritrova di fronte a un leader malvagio. A casa, Fani deve fare i conti con le conseguenze della sua decisione: non deve solo occuparsi della fattoria e delle figlie ma deve affrontare anche l'ostracismo della comunità circostante. La paura delle ripercussioni di Hitler spinge i suoi compaesani, un tempo gentili e amorevoli, a voltarle le spalle. Consapevole del destino a cui potrebbe andare incontro, Franz si aggrappa al sostegno della moglie nel sopportare la prigionia (prima a Enns e poi a Berlino) mentre attende mesi per il processo. Durante il periodo in carcere, Franz e Fani si scrivono e si confortano a vicenda. Al processo, Franz è dichiarato colpevole e condannato a morte. Continuando con la sua resistenza, Franz non segue nemmeno il consiglio di religiosi, governanti e militari, che lo pregano di cambiare idea, anche se disonestamente, per salvarsi la vita. Finirà così per essere giustiziato nell'agosto del 1943.
Con la direzione della fotografia di Jörg Widmer, le scenografie di Sebastian T. Krawinkel, i costumi di Lisy Christl e le musiche di James Newton Howard, La vita nascosta sottolinea il grande legame tra Franz e la moglie Fani, in grado di resistere alle intemperie della vita. Tanto Franz è devoto alla sua causa, tanto Fani è solidale nell'appoggiarlo, gestendo la fattoria e crescendo la fattoria da sola. Per la sceneggiatura, Malick ha fatto affidamento sulle vere lettere che Franz e Fani si sono scambiati mentre l'uomo era detenuto. la collezione è stata messa insieme da Erna Putz e pubblicata in inglese dalla casa editrice Orbis Books con l'aggiunta di alcune righe di commento e, talvolta, parafrasi. Poco conosciuta al di fuori di Radegung, la storia sarebbe rimasta in ombra se non fosse stato per le ricerche di Gordon Zahn, un americano che negli anni Settanta visitò il villaggio e apprese della vicenda degli Jägerstätter. Ha sottolineato il produttore Grant Hill, che con Malick ha lavorato diverse volte: "La vita nascosta ha al suo interno temi cari a Malick. Si tratta di una storia d'amore straordinaria e duratura che chiama in ballo le reazioni e le motivazioni umane, portando a chiedersi fino a che punto ci si può spingere per difendere le proprie convinzioni e non tradire la propria coscienza. Pone inoltre domande difficili: si ha il diritto di ferire chi si ama in nome di un bene superiore? In altre parole, è una storia senza tempo di devozione, amore e perdono, tutti elementi cari a Terrence".
La vita nascosta differisce dai precedenti film di Malick dal momento che si tratta della sua prima opera basata su persone realmente esistite i cui discendenti sono ancora in vita. Ha a proposito aggiunto Hill: "La famiglia Jägerstätter ha sofferto enormemente e Malick ha voluto che le figlie di Franz fossero coinvolte nel progetto e lo approvassero. Fortunatamente, si sono fidate del regista e ci sono rimaste accanto per tutta la produzione".
Il cast
A dirigere La vita nascosta è Terrence Malick, regista e sceneggiatore statunitense. Nato a Ottawa, nell'Illinois, nel 1943 e cresciuto tra il Texas e l'Oklahoma, si è laureato con il massimo dei voti in Filosofia nel 1965 ma non ha mai preso il dottorato a causa di divergenze con il relatore della sua tesi su… Vedi tutto
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
- Premio giuria ecumenica al Festival di Cannes 2019
Commenti (7) vedi tutti
Lento, ma meraviglioso. La storia raccontata realmente accaduta risulta coinvolgente anche per l interessanti inquadrature supine e soggettive accompagnate da una ripresa di stile casuale e volutamente imperfetta. Le ambientazioni e i fuori campo sulla natura sono splendidi. Per passionali del cinema. Un esercizio di stile, un opera di spessore.
commento di SuperFioreSe è vero che ha una regia notevole è pur vero che la voce fuori campo, la lentezza, la mancanza di suspence lo rende di difficile visione e non emoziona, mentre un film del genere dovrebbe farlo.
commento di ferniUno dei Malick più intensi e impegnati.
leggi la recensione completa di tobanisDi fronte a un potere malvagio non bisogna ubbidire. Ma solo pochi eroi sostenuti da ideali superiori sono in grado di farlo. Questa è la storia vera che Malick ci racconta al solito in modo superlativo. Ma attenzione che il male non è sempre esplicito, come in questo caso, ma spesso mimetizzato dall'ipocrisia e dal finto buonismo.
commento di bombo1Film meraviglioso,regia sublime e interpretazione eccezionale. Non capisco chi ha messo il mezzo voto. voto 10
commento di interista75All'inizio Malick sembra ripetersi, ma poi... C'è un di più, anche rispetto a The Tree of Life
commento di Marsil_ClaritzFinalmente al servizio di una storia da raccontare, l'immagine è al solito strabiliante, di una nitidezza che la fa sembrare più bella e concreta della stessa realtà, un'immagine totalizzante che invade inquadrature quadrangolari di ampiezza sconfinata che sembrano ingoiare lo spettatore.
leggi la recensione completa di port cros