Regia di Terrence Malick vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2019 - CONCORSO "Un giorno scopriremo il vero motivo che ha causato tutto ciò". La vita che ognuno di noi si costruisce, si basa su scelte, bivi di fronte ai quali bisogna decidere quale strada imboccare. E siccome le difficoltà, istintivamente, l'essere umano, così come purequello animale, preferisce già a livello istintivo evitarle, ecco allora che la via più facile diviene di gran lunga quella preferibilmente condivisa per avvicinarsi e tendere a raggiungere un futuro che, nonostante le incognite imponderabili, tenda verso un orizzonte raggiungibile quasi ad occhio nudo.
A meno che, ed avvolte avviene davvero, la voce della coscienza non ci metta dinanzi ad un dubbio che ci attanaglia fino ad spingerci - da animali che non dovremmo essere - fino a ritrovarci in posizione controcorrente, pur consci delle difficoltà a cui stiamo andando incontro, compromettendo così facendo magari anche il futuro di chi ci vuole bene e ci vive accanto.
Al contadino austriaco Franz è successo così, e da tranquillo e posato padre di famiglia, uomo di campagna e allevatore delle amene, lussureggianti Alpi austriache, si trasforma, di fronte all'opinione dei compaesani che lo amavano e rispettavano assieme alla dolce bella moglie, in un folle mitomane, disertore e vigliacco, in grado di cacciare pure loro in un mare di guai dinanzi agli occhi del potente dominatore. La vicenda del primo obiettore di coscienza che si oppone con tutta la propria ostinazione, ma con un comportamento pacifico coerente con la propria presa di posizione, al regime sanguinario nazista impegnato a reclutare soldati tra la popolazione austriaca atta ad arruolarsi, si trasforma in un vero e proprio calvario e percorso verso un cammino di passione sacra, ma anche laica, in cui la dolce consorte si trasfigura come una Madonna comprensiva e segretamente orgogliosa di essere stata scelta in moglie da un antieroe sacrificale e puro che pare un messia incompreso e deriso.
E chi meglio dello splendido Terrence Malick, poteva tradurre in immagini sublimi circa tre ore di girato che si trasformano in un'opera della maturità pienamente raggiunta, attraverso la quale il sensibile e raffinato cineasta si riappropria di un compiuto tessuto narrativo, completandolo della magia ormai nota del proprio stile a inquadratura larga che include panoramiche e sfondi a perdita d'occhio? La risposta è scontata, almeno dal mio punto di vista. Malick si riappropria del racconto dall'incedere più tradizionale e vi unisce musiche classiche e sinfonie del tutto pertinenti, oltre all'ormai noto commento off di voce femminile severa, ma pure rassicurante e materna, che accompagnava le ultime riflessive e complesse opere concepite dallo schivo maestro, in questo ultimo venntennio caratterizzato da un'attività mai così frenetica e regolare.
Questo connubio tra riflessione estatica e concreto corso degli eventi ora, finalmente, con questo capolavoro, si fonde in una perfezione che suscita nello spettatore una ripetizione di emozioni che lo colgono a più riprese, anche. dopo quasi tre ore di raccoglimento compunto, e vero e proprio abbandono al corso degli eventi. Alla riuscita di questa sensazionale, delicata, poetica opera d'arte, contribuiscono le prove eccelse di due attori coesi e convincenti come risultano August Diehl e Valerie Pachner, protagonisti assoluti della drammatica, orgogliosa e coraggiosa scelta di vita che sta alla base del film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta