Regia di Frank Darabont vedi scheda film
"O fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire,io ho scelto di vivere"
Tutta l'essenza del film è racchiusa qui,in questo segmento di animo,un alito di vita che travalica le mura marce d'una prigione.
Da un adattamento del romanzo di Stephen King "Rita Hayworth and Shawshank's redemption" il regista del famoso "Il Miglio verde" Frank Darabont lascia parlare gli impulsi dell'animo.
E' una storia vitale,complessa e relazionale quella che fa volare le "Ali della liberta'".
La detenzione da innocente è un fardello pesante,da portare in se per dei lunghi 19 anni.Ma c'è uno spicchio di marcio annidato nel muro,"travestito" da diva hollywoodiana,dove puo' "fiorire" l'essenza del bene prezioso della liberta'.
Il bancario presunto uxoricida Andy Dufresne lo sa bene,di quando quelle mura ottuse possano rappresentare il viatico d'una nuova esistenza.Percio' sopporta e subisce angherie e soprusi,di detenuti assetati di sesso brutale.Assorbe l'aria lurida delle mura,tuttavia trovandone all'interno un sodalizio di quelli miracolosi col detenuto "istituzione" Red.
Dufresne attraversa come la macchina da presa di Darabont il sotterffugio,aguzzandone tuttavia l'ingengo,e ingannando secondini e direttori carogna.
"Le ali della liberta'" fa parte di quella categoria filmica edulcorata,dosata da mani sapienti,che regalano allo spettatore il "rapimento" dell'emozioni.
Ci si lega a Dufresne e Red anche grazie a due magnifici sodali della "recita",in questo caso i magnifici Tim Robbins e Morgan Freeman.
Sono loro il tessuto sociale sommerso delle carceri,è la voce off del saggio Red a guidarci all'interno del penitenziario dal nome sinistro di Shawshank.
Darabont si dimostra abile nel dosare immagini e stereotipi da "prison movie",distribuiti egregiamente nei 130 minuti.
Una scrittura diligente bilancia energicamente la struttura della storia,ci fa palpitare,incollando il nostro sguardo sullo schermo.
Seppur lo stereotipo e l'onta retorica della vicenda è sempre dietro l'angolo,il film cattura,riuscendo a liberare l'essenza del valore sacro della liberta'.
Fantastici in questo senso i dialoghi tra Andy e Red sul significato e l'importanza dell'esistenza,sul reinserimento difficile dei detenuti nella societa'.
Emblematica in tal senso la splendida figura del bibliotecario Brooks,un pezzo di vita assorbito completamente dall'infamita' del carcere.Il marcio delle carceri ti rende suo figlio,ti fa "amare" anche l'orrore della prigionia.
Tutto pero' è destinato a mutare se si vuole,anche attraversare 500 metri di merda.Il cuore dell'uomo e la sua forza sono grandi,travalicano muri e recinzioni,fuori c'è un immenso spazio e una vita che attende.Il destino questa volta non sara' piu' grigio come le mura infami,ma di un azzurro sterminato e libero,come quello dell'oceano.......
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