Regia di Fernando Guzzoni vedi scheda film
34 TFF - CONCORSO
In una Santiago del Cile brulicante, in cui la gioventù che il regista ci presenta si divide in bande rivali dedite a sfidarsi in spettacoli di pop dance e numeri musicali coreografici con dedizione, seguiamo le giornate vuote ed inconcludenti di Jesus, che vive in un appartamento del padre, severo e torvo, contrario alla vita tutta svaghi e inediti del figlio, pure in ritardo con gli studi.
Il giorno in cui il suo gruppo prende di mira un coetaneo gay e lo picchia fino a ridurlo in coma, Jesus capisce che è ora di smetterla con quel tipo di vita insulsa, inconcludente, sprecata tra futilità e inutili distrazioni, e decide di affrontare la situazione di petto, pensando orgogliosamente di auto denunciarlo, di raccontare ciò che veramente è accaduto, la follia di un branco incontenibile come una muta di cani rabbiosi: di affrontare insomma per una volta le responsabilità del caso.
Ma a quel punto i suoi stessi complici, impauriti della sua debolezza e della sua mancata omertà sull'accaduto, iniziano a minacciarlo sempre più pesantemente.
Girato con un approccio molto realistico che non si rifugia nel falso pudore di rappresentazioni patinate o plastiche di rapporti sessuali e risse dall'alto realismo e dalla davvero scarsa simulazione, Jesus è un film maturo in cui il regista Guzzini si sofferma sui corpi e sui volti, ma sa spaziare in riprese d'insieme che raccolgono spazi complessi e compiuti, dimostrando una maturità e una sicurezza di ripresa per nulla scontati in un giovane cineasta.
E descrive una generazione allo sbando, confusa non tanto sessualmente, quello sarebbe il meno davvero, ma incapace di responsabilizzare, convinta che nel mondo sia necessario godere di tutte le esperienze epidermicsmente positive, senza pensare alla necessità di arrivare a meritarsi quel benessere che si va ricercando con escamotage e mezze misure.
Ottima prova del protagonista, Jesus, che vive nel suo drammatico ruolo e personaggio con partecipata e drammatica risolutezza e convinzione.
Un finale giustizialista, traditore e forte ci ricorda in parte la pellicola Desde' Alla' di Vigas, premiata a Venezia 2015.
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