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Lumière! La scoperta del cinema

Regia di Thierry Fremaux vedi scheda film

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La recensione su Lumière! La scoperta del cinema

di yume
10 stelle

Il mondo a portata di poltrona, questo fu il miracolo, e il mondo diventò più ricco da allora.

locandina

Lumière! La scoperta del cinema (2016): locandina

 

Direttore dell'Istituto Lumière di Lione, Thierry Fremaux è cresciuto a pane e cinema, e che cinema!

Alla testa del festival di Cannes dal 2001, pose una condizione unica per restare: non rinunciare al suo incarico presso l'Istituto Lumière.

Alec Baldwin, James Toback, Thierry Fremaux

Sedotti e abbandonati (2013): Alec Baldwin, James Toback, Thierry Fremaux

E proviamo allora ad indovinare dove ha tenuto una delle ultime interviste rilasciate prima di Cannes 2016?

Sotto l’Hangar del primo film, location del primo film del mondo, L’uscita dalle officine Lumière girato dai fratelli Lumière

 nel 1895.

 

scena

Lumière! La scoperta del cinema (2016): scena

 

Lumière! La scoperta del cinema nasce da un progetto di Bertrand Tavernier.

Thierry Frémaux ne fa un film sul cinema e sui suoi inventori, l’Institut Lumière di Lione e Sortie d’usine productions, in collaborazione per il restauro con Éclair Group, CNC, Cinématheque française e il laboratorio L’Immagine Ritrovata, creano un collage di poco più di cento film (la durata standard è 50 secondi) dei 1400 circa girati dai due fratelli nell’arco di tempo che va dal 1895 al 1906. La voce esterna nell’edizione italiana, ottima scelta, è di Valerio Mastandrea.

La musica di Saint-Saens fa il resto, figure sonore che traducono le istanze della figuralità in sintonia perfetta lastricano una meravigliosa passerella di cinema ritrovato, un red carpet di short film di cui conoscevamo i pezzi più celebri, ma quello che qui vediamo in successione ininterrotta  per un’ora e mezza è indescrivibile.

 

scena

Lumière! La scoperta del cinema (2016): scena

E’ un ordito polifonico di immagini in movimento che si materializzano davanti ai nostri occhi, è l’atto creativo puro nel suo farsi e divenire, è l’epica  di quella realtà/irreale che solo il cinema ha creato quando dalla pietra, dal papiro, dalla pergamena, dalla carta, l’ingegno umano, e la téxne che spesso gli è amica, trasferì il pensiero in materia visiva mobile.

La rigorosa costruzione formale da un lato e l’espressione emotivamente assai intensa e ricercata dall’altro, l’abilità tecnica e la qualità fantastica delle riprese, le prime prove di montaggio alla scoperta di uno strumento quanto mai idoneo a ri-costruire la realtà, tutto collabora a fare grande il cinema fin dalle origini, sottraendo la produzione dei due fratelli di Lione a qualsiasi sospetto di naïveté.

 Louis ed Auguste Lumière non ebbero solo mestiere, in loro c’è il genio dello sguardo, dalla loro mente sgorga un universo filmico sterminato, plasmato con il tocco dei grandi maestri, quelli che si misero sulla loro strada per tutto il secolo successivo.

 

scena

Lumière! La scoperta del cinema (2016): scena

scena

Lumière! La scoperta del cinema (2016): scena

scena

Lumière! La scoperta del cinema (2016): scena

 

E dunque John Ford che dice al giovane Spielberg :“Ragazzo, la linea dell’orizzonte non va mai a metà dell’inquadratura!” aveva visto di certo quei filmati Lumière dove, in file diagonali come formiche scure, gli alpinisti attraversano lo schermo a due terzi di altezza lungo il bianchissimo ghiacciaio sopra Chamonix.

E quando Kurosawa gira gli spietati duelli de I sette samurai, siamo sicuri che avesse negli occhi quello che cinquanta o sessanta anni prima un operatore Lumière aveva girato nelle scuole di arti marziali a Tokyo!

Il mondo a portata di poltrona, questo fu il miracolo, e il mondo diventò più ricco da allora.

Fremaux organizza la difficile selezione dei filmati e scrive con Tavernier un commento “amorevole”, così ci sentiamo di definirlo, quello che ogni amante del cinema potrebbe scrivere su quella miniera di filmati in cui c’è in embrione tutto il cinema.

Impossibile soffermarsi su un filmato senza far torto agli altri, tale è la varietà, così ricco il caleidoscopio che alla fine si avrebbe voglia di ricominciare, come quando ripercorriamo all’indietro le sale di un Museo o riavvolgiamo il nastro di una musica appena ascoltata.

Un loop senza fine per l’infinita, sorprendente, meravigliosa storia del cinema.

 

 

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